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Natale: la Famiglia di Gesù
Scrittori Liberi
NATALE IMPERFETTO
I
l Natale è una celebrazione religiosa cristiana che ricorda in modo simbolico la nascita di
Gesù che sostituì i Saturnali romani. I film, le fiction e gli spot pubblicitari lo rappresen-
tano come una festa meravigliosa, del tutto distaccata dalla religione, con tante belle per-
sone sorridenti e felici che chiacchierano amabilmente a tavola. Gli ingredienti li conosciamo
tutti, una giovane coppia con due figli under 10, un grande albero che sembra progettato dal
miglior architetto del mondo, tanti regali, neve (a sud dell’equatore vanno in spiaggia, ma
quello è un altro discorso). Lui e lei innamorati come non mai, la gioia spontanea dei bam-
bini che aprono regali (questo avviene davvero) attesi tutto l’anno. Più tardi l’intero nucleo
famigliare abbandona temporaneamente il calore del caminetto per uscire a fare un pupazzo di
neve, senza mai togliersi quell’ espressione di beatitudine dalla faccia.
Questo è, a grandi linee, il Natale perfetto che si vede in tv. A meno che non si guardino i
Simpson in cui Bart brucia l’albero di plastica e i regali per poi sotterrarli sotto la neve accu-
sando un ipotetico ladro, o i Griffin in cui Stewie vuole uccidere Babbo Natale, o peggio ancora
Futurama con Santa Claus robot che punisce i cattivi. La realtà dei fatti penso sia almeno in
parte ben diversa.
Il Natale che passo io è un giorno lungo e noioso nel quale è molto difficile far passare il
tempo, soprattutto al pomeriggio. L’unica cosa che mi ricorda che quel giorno lì è Natale è il
presepe, che di solito piazziamo al suo posto l’otto dicembre, giorno dell’Annunciazione della
Vergine Maria; mi rendo conto che il Natale degli altri è nettamente migliore, ma non ho alter-
native. Molte delle persone che abitano intorno a me vanno a pranzo al ristorante, ma credo
che sia così per una parte significativa della popolazione dei paesi industrializzati, perché evi-
ta l’impegno di cucinare e, soprattutto, di lavare i piatti; il problema della noia comunque si
presenta al rientro a casa. Ma non tutti sono a casa il 25 Dicembre, penso a chi lavora nella ri-
storazione (appunto), negli ospedali, tra le forze dell’ordine, nei vigili del fuoco; immagino sia
una scocciatura, ma a chi gli tocca deve farlo.
Eppure c’è sempre chi sta peggio. Ci sono persone che il pranzo di Natale non lo passano in
casa al caldo o nel lusso di un ristorante, ma bensì alla mensa dei poveri, perché le circostanze
della vita li hanno condotti a non avere nulla e nessuno, poveri in paesi ricchi o presunti tali.
Questa gente trova la propria famiglia lì, meno male che ci sono dei volontari che si occupano
di questo, meritano ammirazione.
Non sono contrario all’aspetto commerciale del Natale, è giusto spendere qualcosa per ren-
derlo un giorno diverso dagli altri, ma dobbiamo ricordarci (ogni giorno, non solo a Natale) di
quanto sia importante il valore della famiglia.
Matteo