Pagina 4 - Il Tassello

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Natale: la Famiglia di Gesù
L
a porta santa è chiusa, ma non è finita la grazia. Cosa abbiamo imparato?
Il Giubileo ha messo al centro della vita della Chiesa quel tema per il quale papa Fran-
cesco ha voluto che si celebrasse: la misericordia. Abbiamo capito cosa significa ricevere e
donare misericordia con i fatti e con la vita, per rimettere ordine nella nostra vita.
Il Papa con le sue parole e con le sue uscite al venerdì ci ha aiutato a capire come e perché la
misericordia oggi è la chiave necessaria per leggere la vita quotidiana e comprendere con il cuore
cosa soffrono il mondo, le persone, le famiglie. Viviamo dentro un abbraccio misericordioso, tra
le braccia del Padre che non vede l’ora di perdonarci, anche per mostrarci come si fa a vivere da
persone riconciliate e capaci di accoglienza e comprensione. Arrivati in fondo al percorso giubi-
lare comprendiamo che siamo all’inizio di una vita nuova, che pone al centro questa certezza:
siamo amati sempre e sempre attesi dal perdono. Ci è chiesto di riconoscere i nostri peccati,
confessarli sinceramente e impegnarci a cambiare stili di vita, sforzandoci di mettere in pratica i
propositi. Sono spesso le persone più vicine a noi che hanno bisogno di aiuto non solo materiale
ma soprattutto morale, bisogno di sostegno. Non dobbiamo andare alla ricerca di chissà quali
imprese da realizzare, è meglio iniziare da quelle più semplici, che molte volte sono le più urgen-
ti: vincere l’indifferenza, vigili nel vedere e nel comprendere.
Oggi è tempo di missione e di coraggio soprattutto in famiglia: rafforzare i passi vacillanti,
riprendere il gusto di spenderci per il Vangelo, riacquistare fiducia nelle parole del Vangelo. Il
Vangelo non è altro che il racconto di diversi volti della misericordia. Coraggio anche se non
abbiamo garanzie di successo, coraggio per lottare e non necessariamente per vincere, per an-
nunciare e non necessariamente per convertire. Coraggio per essere alternativi alla cultura do-
minante, senza essere polemici. Coraggio per resistere all’incredulità, senza essere arroganti.
Il coraggio del pubblicano che non ha il coraggio di alzare gli occhi al cielo, ma si batte il
petto: mentre correggo te so di aver bisogno di correzione. Tutto questo cosa comporta per vive-
re bene in famiglia? Penso alla correzione fraterna. Diciamo la verità che siamo sempre un po’
prevenuti davanti a chi ci fa un’osservazione. Il Vangelo dice che la correzione nasce dall’amore:
ti voglio bene, per questo ti chiedo di guardarti dentro.
Penso al dialogo in famiglia. Non abbiamo tempo, tutto di corsa, senza guardarci negli occhi,
senza fermarci, mano nella mano. Abbiamo sempre tra le mani quegli aggeggi, negli orecchi
quelle cuffie. Non parliamo con i vicini ma con i lontani, quelli senza volto. E, diciamo la veri-
tà, quando parliamo non dialoghiamo. Non dialoghiamo quando non ascoltiamo abbastanza,
oppure tendiamo a interrompere l’altro per dimostrare di aver ragione. Quante volte, mentre
ascoltiamo una persona, la fermiamo e non lasciamo che finisca di spiegare quello che vuole dire.
Questo impedisce il dialogo, questo è aggressione. Il vero dialogo necessita di momenti di silenzio
per cogliere il pensiero del fratello. Dialogare aiuta le persone a superare le incomprensioni, c’è
tanto bisogno di dialogo nelle nostre famiglie! E come si risolverebbero più facilmente lequestio-
ni se si imparasse ad ascoltarci vicendevolmente!
Occorre impegno per dialogare con i figli. Sono impressionato, come tutti, da quello che vedo
in TV e che leggo sui giornali. Dove erano i genitori di quella ragazzina di 13 anni di Ferrara,
finita all’ospedale in coma etilico dopo aver tracannato, uno dopo l’altro, 18 ciccheti (li chiama-
no shottini) per potersi sballare? E quel barista incosciente, per soldi?
Dove erano i genitori di quei bulli adolescenti che si divertivano a far piangere il loro compa-
gno disabile in carrozzina, facendo finta di buttare dal pullman il suo orsacchiotto? E i genitori
di quei ragazzi che dopo la Cresima non vengono più a Messa? Perciò vi chiedo: parlate, dialo-
gate con i vostri figli, scoprirete cosa pensano, cosa hanno nel cuore.
Certo educare non è facile, ma alla fine è gratificante.
IN FAMIGLIA
Sguardo sulla storia e sul mondo
Don Peppino