Pagina 13 - Il Tassello

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Il profumo degli nizi
Tra la fine degli anni ’60 e la prima metà del decennio successivo i matrimoni susseguitisi e la
volontà di mia nonna (dopo ne parlerò) di tenere vicini i figli, resero necessaria la realizzazione
di alcuni appartamenti e, dopo anni di lavoro e sacrifici, l’edificio assunse le sembianze odierne.
Fu una rivoluzione per quei ragazzi cresciuti nella povertà (“a caminaino scalzi in tel luame!”);
l’acqua calda, i riscaldamenti, i sanitari, il panettone a Natale erano tutte conquiste che segna-
vano un solco col passato.
Lo Stornello
In quegli anni l’industria italiana del motociclismo era fiorente; prima dell’arrivo dei giapponesi
c’erano marchi (oggi spariti o decaduti) come Morini, Gilera, Laverda, Benelli, MV Agusta e,
appunto, Moto Guzzi. Mio papà, sempre col lavoro e i sacrifici, acquistò uno Stornello 125 (poi
portato a 160…), solo che lo usavano anche i suoi fratelli. La stradina che oggi passa davanti
alla cascina era sterrata e arrivava fino alla via Varese, tutta nel bosco; gli schizai si divertivano
a percorrerla tirando il collo a quella moto e, complice la pippaggine dei piloti, le scarse condi-
zioni di aderenza e i freni dell’epoca, ogni tanto andavano lunghi e cadevano. Poi se qualcuno
strisciava la macchina avevano la faccia tosta di rimproverarlo. Ah, la gioventù…
La nonna
Il 14 marzo del 1914 venne alla luce una donna d’acciaio, rossa, grande lavoratrice, buona,
paziente, intelligente, una donna dalla fede infinita; poche donne al mondo hanno e avevano
i valori di Olga Urbani. Ho molti ricordi, ma ne scriverò solo qualcuno altrimenti mi dilungo
troppo. Quando ero bambino alla domenica mia nonna faceva la ciambella con le mele, e quan-
do si tornava da messa quel profumo inebriante ci invitava a casa sua (che ora è la mia cucina)
per mangiarne una fetta e chiacchierare (a voce molto alta). Io andavo matto per la crosta che
si formava in superficie! Anche la merenda si faceva dalla nonna: tè coi biscotti, la merenda dei
re. Delle patate arrosto è meglio che non parlo… Che roba! Si ricordava tutti i compleanni dei
nipoti per dar loro la mancia, che era uguale per tutti, non c’erano nipoti di serie B; ovviamente
erano pochi soldi, ma il gesto stesso e la gioia con cui lo faceva li moltiplicava. E non mancava-
no mai caramelle e cioccolatini, per lei i nipoti che andavano a trovarla era la gioia più grande.
Ricordo il giorno del funerale; nonostante fosse marzo faceva un freddo maledetto, c’era l’aria
gelida che ti tagliava la faccia ,ma anche se odio il freddo, non potevo rinunciare all’ultimo sa-
luto. La nonna Olga era un riferimento per tutti noi, le volevamo bene. Ci sono altre cose di cui
potrei parlare, ma non voglio essere troppo prolisso, finirei col diventare noioso. Concludendo,
al netto del problema delle scale che spero di risolvere con un montacarichi o qualcosa di simile,
mi piace vivere qui alla Cascinetta.
Matteo