Pagina 3 - Il Tassello

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Il profumo degli nizi
IN QUESTO NUMERO
1. L
ampada
per
i miei
passi
è
la
tua
parola
Don Attilio
2. D
edicato
a
M
aria
Don Giuseppee
3. I
o
immigrato
Don Peppino
4. C’
era
una
volta
Giovanni Granpa
5. M
i
ricordo
che
cantavo
Gianfranco Stoppa
6. B
reve
storia
del
territorio
e
dei
suoi
abitanti
Luca Tessaro
7. C
ibo
per
una
grande
festa
Silvio Ceranto
8.
D
ove mi
guida
lo
spirito
Giul
i
a Zanardi
9.
L
a
linea
del
tempo
Marisa Tosi
10. I
l
profumo
di
allora
Antonella Bellotti
Dedicato a maria
D
.O.M et sancto … dic atum: questa scritta la si
può trovare spesso sul frontone di molte chiese
un po’ più vecchie della nostra. Essa indica che
la chiesa stessa è dedicata a Dio, “il più buono, il più
grande”, e a un certo santo, che sarà il “patrono” di
quella chiesa e di quella comunità cristiana. Dunque,
tutte le chiese sono anzitutto dedicate a Dio, è per lo-
dare e ringraziare Dio, per cantare la sua gloria, per
invocarlo, che le chiese vengono costruite. Ma insieme,
la tradizione cattolica vuole intitolare i propri templi
anche a uno o più santi, considerati gli “amici di Dio”,
cristiani che hanno vissuto una vita esemplare, che
hanno mostrato cosa vuol dire vivere di fede, coltivare
la speranza, amare sul serio e che per questo motivo la
fede cattolica, come annunciamo e celebriamo in parti-
colare nella festa di Tutti i Santi, considera così vicini a
Dio, ammessi a vedere il suo volto di
luce, da essere i nostri intercessori presso di Lui. La
fede “cattolica”, abbiamo detto: i nostri fratelli prote-
stanti, nelle loro diverse confessioni (luterani, calvini-
sti, evangelici ecc.), non conoscono il culto dei santi; chi
entra nelle loro chiese le trova piuttosto spoglie, essenziali, spesso disdorne, al massimo troverà
statue o busti raffiguranti i fondatori e i protagonisti della Riforma, ma nessun altare dedicato
a un santo, nessuna candela che brucia davanti alla loro effigie, nessun omaggio floreale o altri
segni di devozione. Il rapporto tra il credente e Dio, secondo i Riformati, non deve conoscere
intermediari che potrebbero alla fine distogliere l’attenzione del credente stesso dalla sequela
dell’unico Signore. Noi però siamo contenti della ricchezza di santità che circonda la Trinità:
il cielo ci appare un po’ più pieno e vivace, conosciamo le deviazioni cui una devozione incon-
trollata può dar luogo, ma non per questo intendiamo rinunciare ad andare a Dio con l’aiuto,
il consiglio, l’intercessione e l’esempio di uomini e donne come noi, cristiani migliori di noi ma
non irraggiungibili. Tra questi santi, ovviamente, spicca Maria, la madre di Gesù, che la fede
cattolica venera come “Madre di Dio”. Come sappiamo, molte chiese sono dedicate a lei, che è
la “regina” del cielo, degli angeli e dei santi. Coloro che decisero di intitolare la nostra chiesa e
quindi di affidare la nostra comunità in modo particolare a Maria Regina, fecero dunque una
cosa molto sensata.
Matteo Tognonato
Elisa Fadulto
11. L
a
ballata
del
contadino
12. I
l
tassellino
13. R
endiconto
economico