Pagina 4 - Il Tassello

Versione HTML di base

4
Il profumo degli inizi
Io immigrato
Sguardo sulla storia e sul mondo
Invece di mirare all’originalità cristiana di qualche santo, essi si sono messi direttamente nelle
mani della “regina” di tutti i santi, colei che in particolare nel tempo pasquale invoch iamo come
Regina coeli, che soprattutto in Quaresima viene invocata con la preg h iera della Salve Regina,
che, ancora, le generazioni cristiane hanno imparato a salutare con un’antifona che inizia con le
parole “ Ave Regina coelorum , ave Domina angelorum”.
È come se dicessimo che tutto l’aiuto, il conforto, l’esempio di fede e di carità che cerchiamo
nei santi, in Maria si raccoglie in maniera speciale, concentrandosi con un’intensità e un’effica-
cia uniche. Non dimenticandoci mai, però, che Maria, per quanto vicina al Signore come nessun
altro, è stata però lontana da lui quanto può esserlo una creatura, come ciascuno di noi, e come
tale ha percorso il cammino della fede verso il Signore, cammino anche di oscurità e di sofferen-
za, di solitudine e di incomprensione. Maria Regina è dalla nostra parte, per guidarci con i suoi
stessi passi verso Gesù.
Don Giuseppe
N
on sono un bustocco doc, sono immigrato. La mia famiglia, come tante qui a Madonna
Regina, è arrivata a Busto Arsizio nel mese di novembre 1957. Io ero già prete e servivo
la Parrocchia di Arnate di Gallarate come Vicario Parrocchiale. I miei fratelli erano
venuti avanti qualche anno prima perché qui avevano trovato lavoro e abitavano presso i
nonni materni.
I miei nonni materni, Lorvetti Lorenzo e Gilda, erano venuti nel 1927 quando, per la crisi dei
contadini bergamaschi, nella sistemazione degli affittuari, qualcuno aveva dovuto lasciare il
terreno ad altri, e abitavano in quella cascina di fianco alla Chiesa di San Michele, dove ora
svetta quel grande grattacielo. Lì venivo a fare la vacanza (pensate: vacanza a Busto!) man
mano che nascevano i miei fratelli e sorelle (sono il primo di nove). Ho frequentato l’asilo delle
Pie Signore, di fianco alla Madonna in Prato. Era una bella cascina con cristiani e animali e
si viveva in buona armonia, lo possono provare Angela Provasi e Adriano Colombo. Di quel
tempo ricordo solo una cosa: una bella sculacciata della suora perché… l’avevo fatta dentro!
Più avanti i nonni, con 7 figli, sono venuti ad abitare al Vignone, di fianco al cimitero. Era una
bella cascina, un po’ umida, ma era circondata da tante piante di frutta. Ora si vede poco per-
ché chiusa dentro quelle siepi. Dove ora c’è la scuola G. Pascoli c’era una piccola cascinetta:
lì abitava mio zio Luigi (Gino) papà di Gianluigi e Sergio, gli Aldeni che vendevano tappeti
e cose per la casa in via Travelli, attività ereditata dalla mamma Lina che veniva da Leffe
(BG), con il papà, a vendere stoffe spingendo una carrozzella a mano. Questo mio zio, quando
fu costruita la nostra chiesa parrocchiale regalò il Tabernacolo: il nome è scolpito sulla parte
interna della porticina. Mia zia Francesca e Maria abitavano alla Cattabreghetta, in fondo a
destra, dove i Gabrieli hanno trasformato tutto l’ambiente in quel bellissimo angolo della cas-
cina. Quel pezzo di cascina l’aveva acquistata mio nonno paterno all’inizio del secolo scorso. A
Busto c’era lavoro per tutti. Io, fattomi più grandicello venivo a fare le vacanze da loro: sento
ancora il profumo di minestra di verdura. Alla cascina Battaei abitava mia zia Gina che aveva
sposato Luigi Colombo, presidente dei cacciatori. Di fianco aveva un campo pieno di piante di
frutta, specialmente pesche. Quando venivo in vacanza facevo una bella scorpacciata, a volte
con qualche effetto indesiderato.