Pagina 8 - Il Tassello

Versione HTML di base

8
Il profumo degli inizi
Breve storia del territorio e dei suoi abitanti
Dalla parte della natura
U
n po’ di storia generale: la nostra cit-
tà pare sia stata fondata dai Liguri,
che occupavano queste zone già nel
2000 a.c., in seguito ci furono i celti e poi
i romani che ne diedero una prima struttu-
ra urbanistica. Le prime menzioni ufficiali
di Busto si hanno nell’Alto medioevo per la
concia delle pelli, mentre in pieno medioevo
già si citava la forte propensione al tessile
che tanto ha portato fortuna alla nostra città
nell’ottocento e novecento.
La sua posizione ne ha determinato la
fortuna essendo il crocevia tra la direttiva
Milano-Alpi, dal capoluogo verso quindi il
lago Maggiore e le sue civiltà e la direttiva
Novara-Como.
In tutta la sua storia il borgo è sempre
stato circondato dalla brughiera, tipico am-
biente dell’Alta Pianura Padana, un territo-
rio povero dove l’acqua non viene trattenuta
dal terreno essendo composto principalmente
da ciottoli, un terreno difficile da coltivare
anche per la poca presenza di Humus e l’e-
levata acidità, dove cresce il brugo (o erica),
arbusti come la ginestra, poche piante tra cui
oggi ampiamente diffusa la robinia (impor-
tata nel 1500), il rovere, la betulla, qualche
quercia sofferente e poche altre specie arbo-
ree.
Era comunque un’area popolata da molti
animali: cinghiali, lepri, tassi, volpi, ricci,
faine, donnole e in passato anche il lupo; con
loro numerosi uccelli principalmente della
famiglia dei passeracei ma anche picchi, cor-
vi e rapaci quali falchi e poiane…
Il nostro quartiere ha una storia recente e
i primi insediamenti si videro nei primi anni
60 del secolo scorso, quando una improvvisa
crescita demografica della nostra città, do-
vuta allo sviluppo industriale ed economico
della zona, vide la popolazione aumentare
di circa 1500 unità ogni anno. Come tutti
sappiamo nella nostra zona erano presenti
cascinali a vocazione agricola, che praticava-
no principalmente una magra cerealicoltura
(mais, grano e orzo), qualche albero da frut-
to e coltivazioni orticole; il paesaggio asso-
migliava molto a quello che si può osservare
andando verso Turbigo e osservando i campi
agricoli con alcune cascine al centro e alcuni
tratti di bosco.
In questo ambiente crebbero i primi inse-
diamenti periferici con casette e piccoli orti,
insediamenti che aumentarono velocemente
portando alla nascita di un vero e proprio
quartiere, tanto da rendersi necessaria la
costruzione di una chiesa fortemente voluta
dalla popolazione che portasse Dio al centro
di questo nuovo aggregato urbano. I campi
agricoli scomparvero così sempre di più; le
cascine, prima isolate, vennero sempre di più
inglobate nella crescita urbana; i boschi si
ridussero rimanendo solo nell’estrema perife-
ria.
Oggi la brughiera non è più presente nel
nostro quartiere e per ritrovarla dobbiamo
spostarci verso
la valle del Ticino e i suoi territori, ulti-
mo baluardo che presenta l’antico aspetto
naturale della Pianura Padana; le piante e
le erbe si sono ridotte a poche specie diffuse
e invasive, gli animali sono quasi scomparsi
e l’ambiente urbano sta prendendo il so-
pravvento… Dopo il veloce sviluppo è ora
di far sì che il nostro quartiere raggiunga un
equilibrio interno e verso ciò che lo circonda,
un quartiere dove le persone possano vivere
bene con sè stesse e gli altri, ma possano an-
che vivere in armonia con il territorio che le
circonda nel rispetto della natura.
Luca