Pagina 12 - Il Tassello

Versione HTML di base

12
La carità tra accoglienza e ririfiuto
I
eri sera ho acceso il camino.Non per necessità, non fa ancora poi così freddo, piuttosto
per creare un po’di atmosfera; il camino, un buon libro…Immagini un po’ stereotipate
ma non per questo meno piacevoli. Il pensiero, vagabondando lungo le lingue di luce
della fiamma,è arrivato a: “cosa scrivo per ilTassello?”. Il fuocomi ha aiutato,mi ha portato
a pensare cosa sarebbe stata la storia dell’uomo senza di esso; probabilmente esisteremmo
ancora come specie, continuando a cibarci di frutta e bacche raccolte e di carne cruda, o
al massimo stagionata alla maniera degli Unni (sì, lo so, il pensiero crea anche a me un
conato di vomito…); per farsi un’idea di come saremmo basta riguardare un vecchio film
del 1981, titolo “La guerra del fuoco”, eccezionale soprattutto per i dialoghi. Tornando
al Tassello, cosa c’entra il fuoco? Ovviamente non il fuoco del camino, piuttosto il fuoco
della carità,quella carità così ben tratteggiata da S.Paolo nella prima lettera ai Corinzi.Oh,
certo, si potrebbe vivere anche senza ed essere come il bronzo che risuona nell’immagine
dell’Apostolo. Un bambino può essere abbandonato e crescere in un orfanotrofio: non
gli mancheranno cibo, vestiti, istruzione, gli mancherà solo l’amore. Un disoccupato può
ricevere il sussidio: non gli mancherà cibo e di che coprirsi, gli mancherà solo la dignità.
Ancora una volta mi appare chiaro come il disegno di Dio per l’uomo sia un disegno
grande: Lui ci vuole realizzati, amati, grandi, fieri nella propria dignità.Tutto quello che si
oppone a questa realizzazione è opera del maligno.Tutto quello che ogni uomo può fare
e fa a favore di un fratello, è permettere che la mano di Dio operi nella storia, è impedire i
piani del Nemico, è la carità. Non ho fatto studi teologici e quindi probabilmente questo
pensiero potrà risultare un po’ primitivo…mi vorrà perdonare chi ne sa più di me. Per
aiutare questo perdono propongo una ricetta adatta al clima autunnale,un piatto di (finta)
cacciagione, da accompagnare ad una buona polenta.
Yuk! Yuk!! E buon appetito. Pippo
S
pezzatino di manzo, circa 1 kg
1 gamba di sedano,
2 carote medie,
1 cipolla
2-3 chiodi di garofano, qualche bacca di
ginepro
½ lt di vino rosso corposo (es. barbera),
olio/burro, sale e pepe
In una pentola (sempre meglio se di coc-
cio) mettere a freddo la carne, le verdure
tritate, gli aromi, l’olio (o burro). Far ro-
solare e quindi bagnare col vino. Ripreso il
bollore portare la fiamma al minimo e far
sobbollire per circa 2 ore, controllando
che non si asciughi troppo, aggiungendo
eventualmente acqua calda. A fine cot-
tura aggiustare di sale e pepe ed aggiun-
gere la polpa di due pere frullate con una
manciata di capperi, per dare l’effetto
“selvaggina”. Lasciar cuocere ancora 10’
e servire con polenta calda.
Dal bosco il cervo ringrazia e consiglia di
accompagnare il piatto con lo stesso vino
usato per la cottura.
Meditazioni d’autunno
La cucina di Pippo
Silvio