Pagina 15 - Il Tassello

Versione HTML di base

15
La carità tra accoglienza e ririfiuto
La natura umana spesso tende a negare o persino opporsi all’aiuto nei confronti di chi
è diverso da noi e appartiene a una cultura diversa. Si fanno tanti discorsi sulla tolleranza
e sull’essere tutti fratelli, ma sappiamo tutti che la realtà è ben diversa. Per tutta la Storia
gli uomini hanno combattuto fra di loro per il territorio, le risorse, il potere, la religione,
cercando di prevaricare i diritti degli altri, in special modo se più deboli o di differente
estrazione culturale; se ci invadessero gli alieni dubito che i cattivi sarebbero loro. E le
guerre e la povertà li hanno portati a spostarsi verso migliori prospettive di vita, lo hanno
fatto e continuano a farlo gli italiani verso l’estero e gli stranieri verso l’Italia, ammesso che
il nostro paese rappresenti un miglioramento, ma questo è un altro discorso. Veniamo al
dunque: i salvataggi inmare di questi disperati sono doverosi,non si possono abbandonare
delle persone al loro destino. Poi però, se hanno intenzione d restare, dovrebbero darsi
da fare per integrarsi, imparando la lingua, adattandosi al nostro stile di vita (meno figli,
rispetto per la libertà delle donne e delle elementari regole di convivenza) e cercando un
lavoro.Sull’ultimopunto servirebbe non assumere questa gente soloper sfruttarla.Inquesta
vicenda sono presenti degli elementi che ritengo fastidiosi. I media e la gente sui social
network hanno creato una specie di clima di ostilità nei confronti dello straniero, tutti
devono andarsene perché l’Italia è degli italiani e chiunque altro non ha il diritto di viverci,
e gli stranieri sono tutti delinquenti e gli italiani tutti bravi e onesti; l’errore di fondo sta
proprio in questo luogo comune e in questa distinzione miope.È chiaro che tra le persone
venute da fuori ci sono tipi poco raccomandabili,non lo nego assolutamente, lo dimostrano
i fatti di cronaca. Ma è altrettanto vero che molte azioni criminose vedono protagonisti
nostri connazionali, come la mettiamo? Si dovrebbe cominciare a distinguere chi è una
brava persona e chi non lo è, a prescindere dalle origini.Negli Stati Uniti chi ha 18 anni e
ci vive da 5 può ottenere la cittadinanza con un esame che verifichi la conoscenza di alcuni
principi costituzionali, della storia americana e della lingua inglese, senza che i politici si
scannino tra di loro sull’argomento secondo i propri interessi come succede da noi. Tra
l’altro chi scrive sarebbe fregato, visto che non conosco la nostra Costituzione e la Storia
d’Italia tra il Risorgimento e la prima guerra mondiale non mi piace, non capisco perché
debbano essere considerati eroi. E non voglio giurare nulla sulla bandiera di nessuno, e di
certo non su un testo sacro.Al di là di queste considerazioni deliranti, sono dell’idea che chi
si è integrato, lavora onestamente e sa l’italiano vada equiparato ai cittadini italiani; stesso
discorso per i bambini che non sono nati in Italia ma vanno a scuola da noi.L’accanimento
immotivato verso chi è diverso ha creato dei mostri, e la cosa non deve ripetersi. È giusto
che chi sbaglia paghi, questo sì,ma il razzismo non deve esistere.
We the people
Scrittori liberi
Matteo