13
La carità tra accoglienza e ririfiuto
L
e mie classi sono molto eterogenee. Ogni ragazza e ragazzo arriva dalla “sua” terra
con le proprie usanze e culture. L’insieme è una grande ricchezza.Tutti a studiare
tutti diversi: così la civiltà cresce.Offende la ragione - principalmente la propria- chi
afferma che ognuno dovrebbe starsene “a casa sua” perché non riconosce che siamo tutti
migranti. Migriamo dall’essere un ovulo fecondato a polvere in una bara. MIGRIAMO
tutta la vita alla ricerca di un senso in quello che facciamo.
Migriamo per lavoro, per studio, per amore e via dicendo.
Certo si può rifiutare tutto questo ma è un po’ come iniziare a scavarsi la fossa in casa
propria in modo da non uscire di li neanche per l’ultimo saluto.
Di terra in terra
Sala professori
Andrea
C
iascuno ama la terra a modo suo. La accarezza il bambino mentre affonda la
piccola ruspa tra i sassi nel cortile. La dissoda deciso il contadino in vista della
semina. La analizza il geologo che ne studia la composizione. La misura il
geometra, assieme all’ingegnere, per costruire una casa. La salutano il pilota e il marinaio
prima e dopo ogni partenza, attardandosi ad osservare un particolare, forse il profilo di
una collina all’imbrunire o un prato fiorito.Da sempre la percorrono gli esploratori con le
mappe, i viandanti appoggiati ai bastoni, i pastori assieme alle mandrie.
Da qualche parte la terra esplode per le bombe.
Qualcuno l’ha persa.Tanti scappano verso il mare. Sulla barca non c’è pane, né acqua, né
dignità.Negli occhi asciutti pieni di sale una sola speranza, tra le labbra spaccate un’unica
preghiera. Un lembo oscuro compare laggiù all’orizzonte: è un drappo incerto in balia
delle onde.Quel piccolo appiglio informe che fa esultare i cuori è la salvezza.E si chiama
terra.
Marisa
Scrittori liberi
Terra amore