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La carità tra accoglienza e ririfiuto
I
l piccolo Christian aveva conosciuto
la terra d’Algeria già a 5 anni, quan-
do il padre ufficiale dell’esercito vi era
stato assegnato durante la seconda guer-
ra mondiale. Restò incuriosito dei riti e
delle pratiche di fede della popolazione
musulmana e chiese alla madre se pre-
gassero lo stesso Dio: lei ne era convinta.
Quindici anni dopo, nel 1957, il gio-
vane Christian de Chergé tornò in Al-
geria, già seminarista, per partecipare
all’intervento francese contro i ribelli che
chiedevano l’indipendenza dalla Francia.
Capitò allora un fatto che egli riconobbe
come un evento decisivo per la sua fede:
vittima di un’imboscata, Christian stava
per essere ucciso, ma fu difeso dall’ami-
co Mohammed, che parlò agli assalitori
dell’attaccamento di quel giovane france-
se all’Algeria e ai musulmani. Christian
fu risparmiato, ma il giorno dopo Mo-
hammed venne ritrovato ucciso; tempo
dopo Christian scriverà al proposito:
“Nel sangue di questo amico ho com-
preso che prima o poi mi sarei trovato a
vivere la mia vocazione a seguire Cristo
nello stesso paese in cui mi era stato do-
nato il pegno dell’amore più grande”.
Nel 1971 Christian torna nella terra
d’Algeria come monaco trappista, an-
dando a vivere nel monastero di Notre
Dame de l’Atlas a Tibhirine. Nel 1984
ne diviene priore, ma pochi anni dopo,
nel 1990, il Fronte Islamico di Salvezza,
formazione politica estremista, conquista
un grande successo alle elezioni, instau-
rando un clima di odio e di violenza nei
confronti degli stranieri. Gruppi islamici
armati cominciano a seminare il terrore
uccidendo molti preti e religiose, fino al
massacro di 12 operai croati a pochi chi-
lometri dal monastero.
Si pone, drammatica, per i monaci la do-
manda se lasciare l’Algeria per non cade-
re vittime della violenza. Gli abitanti di
Tibhirine, musulmani semplici e cordia-
li, amano la presenza dei monaci e sono
smarriti non riconoscendo la propria re-
ligione in quei feroci atti di terrorismo.
Christian e gli altri monaci decidono di
restare, fedeli sino alla fine a quella ter-
ra amata, onorando così la fiducia che
gli abitanti di Tibhirine ripongono nella
preghiera e nella carità dei monaci.
Christian è convinto che “il dono della
morte è incluso nel dono della vita” che
lui e i suoi compagni hanno fatto per es-
sere solidali con le prove del popolo alge-
rino, secondo lo stile dell’incarnazione di
Dio e della missione della Chiesa.
Nel marzo 1996 Christian e altri sei
monaci vengono rapiti dai terroristi e
nel maggio successivo vengono ritrova-
ti uccisi a poca distanza da Tibhirine. É
di pochi giorni fa la notizia che presto la
Chiesa li proclamerà beati.
Don Giuseppe
La fedeltà di Christian alla terra d’Algeria