Pagina 5 - Il Tassello

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La carità tra accoglienza e ririfiuto
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stintivamente mi torna alla mente quello che la storia racconta della scoperta
dell’America. Dopo mesi e mesi di lotta contro i marosi dell’oceano Atlantico,
sulle tre caravelle, la Nina, la Pinta e la S. Maria (tre barchette!) i marinai di
Cristoforo Colombo finalmente avvistarono la terra, un grido di gioia: “terra, terra!”.
Pensavano di essere arrivati nelle Indie, non sapevano che tra l’Europa e India c’era
l’America. Grido di gioia: “siamo salvi!”. Ma mi viene in mente anche la barzelletta
che raccontava mio padre che era solito intrattenere i ragazzi della cascina con i suoi
racconti. Un barcaiolo deve portare un cieco di nome Sapin sull’isola di fronte. Il
lago è molto mosso, fa fatica a remare contro. Ad un certo punto un remo si spezza e
il barcaiolo grida: “Sapin sem a tera”. Sapin, credendo di essere arrivato, scende dalla
barca e sprofonda annegando.
Questo mi dà spunto per parlare della terra che, come ancora insegnava mio pa-
dre, contadino che conoscendo bene la terra, diceva: “la terra è come la donna, se
la tratti bene ti è madre, se la maltratti ti è matrigna”. Infatti la terra è un dono di
Dio all’uomo perché da essa ne tragga alimento, ma se non la ami si ribella come sta
avvenendo ai nostri giorni. Abbiamo inquinato e devastato la terra, sfruttandola in-
giustamente. “Laudato sii, mi Signore, per nostra madre terra, la quale ne sustenta et
governa, et produce diversi fructi con colorati fiori et herba” così cantava San Fran-
cesco ricordandoci che la nostra casa comune è anche come una sorella con la quale
condividiamo l’esistenza e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia.
Papa Francesco ha scritto una bella enciclica nella quale afferma “questa sorella
protesta per il male che le provochiamo a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso
dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi pro-
prietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla” questa terra “geme e soffre le do-
glie del parto” dice San Paolo.
La Chiesa ha sempre richiamato gli uomini sul problema del rispetto della terra.
Ha iniziato il Santo Papa Giovanni XXIII con la Pacis in terris. Otto anni dopo, nel
1971, il beato Paolo VI presentava il problema ecologico come una crisi che è con-
seguenza drammatica dell’attività incontrollata dell’uomo: “Attraverso uno sfrutta-
mento sconsiderato della natura, egli rischia di distruggerla e di essere a sua volta
vittima di siffatta degradazione”. San Giovanni Paolo II si è occupato di questo
tema con un interesse crescente, osservando che l’uomo sembra “non percepire altri
significati del suo ambiente naturale, ma solamente quelli che servono ai fini di un
immediato uso e consumo” e perciò invitava alla conversione ecologica.
Terra, terra!