6
E il verbo si fece carne
Notizie dalla Parrocchia: le nostre iniziative
16° seminario sulla comunicazione nella
coppia e nella famiglia
“Non tramonti il sole sopra il vostro cuore rancoroso”
“
In guardia" dice la psicologa/psicoterapeuta Rosella De Leonibus "perché il
rancore inteso come ostilità di fondo, nonostante sia un “sentimento leggero”,
cioè meno irruente e distruttivo della rabbia, è comunque pronto, per chi lo cova,
ad uscire allo scoperto in qualsiasi momento e, a lungo andare, ad irrancidire la vita e
le relazioni. Per questo, pur rientrando nella natura umana, quando si prova rancore
verso qualcuno è necessario lavorare per ricostruire la fiducia. Cioè occorre affrontarlo,
guardarlo in faccia e incamminarsi sulla strada faticosa del perdono, tenendo conto
che il rancore ha tante sfumature e a volte, il perdono deve essere rivolto a noi stessi
per qualcosa che non abbiamo avuto il coraggio di scegliere, di realizzare."
Anche la York University ha studiato questa emozione e ha identificato 5 modi
possibili per superare il rancore:
-
ESSERE I PRIMI A RICONCILIARE E A CHIEDERE UN CHIARIMENTO
:
primo passo per cercare di capire il torto anche quando capita a noi di essere in torto
-
RICONOSCERE LA SITUAZIONE E IL PROPRIORUOLO
: chi avverte
e mantiene rancore, finisce col sentirsi in posizione subordinata rispetto all’altro.
Pertanto aprirsi al chiarimento rimette in pari la posizione di sottomissione
-
CERCARE LE COSE IN COMUNE
: vedere ciò che unisce, cogliere nell’altro ciò
che di positivo c’è sempre, per spezzare il vissuto negativo che tende ad esasperare le
differenze
-
NON LASCIARE INGIGANTIRE LE COSE
: affrontarle invece il prima possibile
e trasformarle aprendosi a spazi nuovi
-
AMMETTERE
quando il proprio rancore deriva da paure irrazionali, magari
legate al passato e che influenzano la realtà; questo per poter affrontare e trasformare il
rancore magari anche con l’aiuto di qualche esperto.
In sostanza non bisogna rimanere dentro il rancore ma uscirne, perdonando.
Il perdono non è condono, non è dimenticare e non è rinunciare alla giustizia, è
invece una coraggiosa operazione di integrazione tra pensieri, affetti e relazioni. È
una svolta che aiuta ad evolvere perché guarda verso l’altro, diverso e accettato così.
Equivale a dire: “tu vali molto di più delle tue azioni”. E se la fatica è immensa e
sembra di non farcela, è bello sapere che “l’atto di capire è già esso stesso perdono”.
Monsignor Luca Raimondi, Vicario Episcopale della zona IV-Rho, ci ricorda che in
questa impresa, CRISTO è il sostegno, è il nostro sguardo allargato; infatti citando la
parabola della vigna e dei lavoratori a giornata (Matteo 20, 1-16), rammenta che DIO
ci viene incontro al mattino, a mezzogiorno, alle tre, alle cinque, sempre!
Allora se proviamo rancore, dobbiamo anche provare a riflettere e provare a cambiare
lo sguardo per assumere lo sguardo di Gesù, sguardo amico, sguardo di verità e di
amore, fino in fondo. E perché no? Provare anche a pregare. Don Luca dice:
“Riuscirò a perdonare quando riuscirò a pregare per lui/per loro durante l’eucarestia”.
Valeria e Attilio