Pagina 5 - Il Tassello

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ANGELA E LEO
OVVERO: QUANDO L'AUDIO È DI TROPPO
A Leo piaceva
moltissimo navigare
in Internet e a diffe-
renza di molti suoi
colleghi cinquan-
tenni che dicevano
di sentirsi analfabeti
di fronte ad un com-
puter, lui si trovava perfettamente a suo agio. Era
stato così che aveva scoperto le offerte straordinarie
che spesso si trovano per viaggiare in paesi lontani. E
per il venticinquesimo anniversario di matrimonio
aveva voluto fare una sorpresa ad Angela, sua moglie.
Leo aveva prenotato un viaggio; una specie di
secondo viaggio di nozze. Il primo, modesto, ma
dignitoso, era stato a Venezia, a poche ore di treno.
Ora si andava alle mitiche Maldive, in un altro angolo
del pianeta, a parecchie ore di aereo.
Angela, che aveva cinque anni meno di Leo,
non aveva viaggiato molto in vita sua. Si era sposata
giovanissima e, quasi con cadenza regolare (più o
meno ogni tre anni), erano nati i suoi quattro figli; così
che quando l'ultimo arrivato cominciava a diventare un
po' più grandicello, eccone subito uno nuovo. Dopo il
quarto più niente. A quel punto, però, a fare la parte
dei bambini si erano messi i genitori di lui e, dopo
qualche anno, anche la mamma di lei.
Insomma, per venticinque anni, Angela si era
trovata a fare da mamma ai figli, prima, e ai genitori,
poi. Di viaggiare... e quando mai!
Scherzando, diceva che il solo viaggio all'estero
che si era potuta permettere era stato quello di un
pomeriggio a Lugano, a comperare il cioccolato,
quando ancora il cambio con il franco svizzero era
vantaggioso. I quattro figli non riuscivano a credere
che la mamma sarebbe andata alle Maldive. E invece
no: detto e fatto.
Al ritorno, all'aeroporto della Malpensa, c'e-
rano tutti e quattro. E per non separarsi nel pur breve
viaggio in autostrada, erano venuti tutti insieme con il
monovolume a sette posti del figlio maggiore. Vole-
vano sentire com'era andata. “Mamma, hai avuto
paura sull'aereo?”; “Mamma e le spiagge come
sono?”. La figlia più piccola, a cui piaceva un mondo
prendere in giro i suoi genitori, aveva anche osato:
“Mamma, ma quel turista tedesco di cui mi dicevi per
telefono, poi ci ha provato?”.
Il guaio è che a ogni domanda rispondeva Leo:
“No, niente problemi. Alla mamma ho spiegato tutto...
questi aerei sono sicuri”; “Le spiagge sono veramente
belle e il mare... vedeste che mare!”; “Macché tede-
schi... figurati se quei
crucchi
si mettono a fare
l'occhiolino alle italiane... sanno come siamo fatti noi
italiani se ci toccano le donne!”.
Niente di sconcertante. Il guaio è che questo
modo di fare di Leo nei confronti di Angela era in
fondo lo specchio di venticinque anni di matrimonio.
Leo voleva un bene immenso a sua moglie, sia chiaro.
Però era sempre lui e solo lui quello che sapeva quello
che sua moglie voleva; che sentiva quello che sua
questo profumo, poiché con il freddo gli odori
sono attenuati. È persistente, si fa sentire
deciso, intenso, forte, unico. Cosa che non
accade tutte le altre mattine quando gli passo
da parte.
Questo profumo caratterizzato dall’inten-
sità e l’unicità penetrante me ne ricorda un altro.
Un profumo particolare, che lascia la scia.
É ricercato e prezioso. Un profumo donato, che
si sprigiona altrettanto forte dalle persone che lo
lasciano “agire” e “lavorare” in loro. Il profumo
dello Spirito che è in ogni creatura. Non sono
all’altezza di parlare dello Spirito, ma cos’è se
non “lui“ che schiarisce strade oscurate, dando
la forza di procedere nella speranza?
Peccato che certe creature siano troppo
impegnate a cercare altrove; tanto da lasciarsi
sfuggire che questa bellezza dello Spirito è
dentro di noi e come un buon profumo nella sua
boccetta aspetta solo di essere emanato.
A
NTONELLA
TRA MOGL I E E MA -