Pagina 2 - Il Tassello

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Mentre nascono dentro di me questi
e altri pensieri, mi accorgo di come que-
sto oggetto casalingo ha accompagnato il
passare degli anni. Tra l’altro la caffettie-
ra è uno di quegli oggetti da cucina che
durano, che non si cambiano anche per-
chè si dice: “Il caffé è più buono in una
caffettiera vecchia!”. Infatti, fin quando
non è distrutta, continua la sua attività.
La caffettiera ha visto, nei primi an-
ni di sacerdozio, la fatica dell’alzarsi alla
mattina perché si faceva molto tardi alla
sera, vuoi per qualche riunione ma so-
prattutto per le chiacchierate sui gradini
della chiesa. Ora invece il desiderio è
quello di non perdere il valore delle pri-
me ore della giornata a cui il sapore del
caffé dona la sua compagnia.
Altra cosa è il rito del caffé quando
viene un ospite perché il gesto diventa
più simpatico. Direi che il grado di piace-
volezza è proporzionato al tempo tra-
scorso senza vedersi. Più non vedi una
persona e più il ritrovarla fa venire la vo-
glia di caffé. In questo caso si usano le
tazzine del servizio bello, anche se la fa-
miliarità con le persone prevede magari
lo stare in cucina e l’uso delle tazzine fe-
riali. Come se questa bevanda, molto ca-
ra a noi italiani, riuscisse ad esprimere la
bellezza dello stare insieme. Un aspetto
della ospitalità che troviamo forte anche
in culture molto diverse da noi.
L’inizio della giornata con il caffé è
accompagnato, almeno per chi crede,
dalla preghiera a quel Dio a cui “si offro-
no le azioni della giornata per la sua
maggior gloria”: così si dice nella antica
preghiera del “Ti adoro, o mio Dio”. Nelle
giornate che iniziano male per i problemi
da affrontare e che il sonno aveva in par-
te annullato, il pensiero a Dio sostiene la
ripresa come un caffé aiuta a rimettere in
sesto la testa. La giornata che si presen-
ta luminosa, perché carica di aspettative,
diventa un modo per render partecipe
anche il Padreterno della stessa ansia
gioiosa.
Mi rendo conto di rischiare con que-
sti ragionamenti di paragonare il buon
Dio ad una … tazzina di caffé o ad una
caffettiera che profuma in una casa. Cre-
do che Dio non me ne voglia! Piuttosto
l’avvertenza è quella di sapere che nei
giorni belli o brutti della vita, inizia con
noi la giornata quel Dio della resurrezio-
ne che tra poco celebreremo. Quando in-
vece ci si vede tra amici, l’avvertenza sta
nel riconoscere lui che un giorno disse:
”Dove due o tre sono riuniti nel mio no-
me io sono in mezzo a loro”.
Che Dio sia all’inizio del nostro gior-
no come presenza viva, tanto da portare
su di noi il suo sguardo buono e amico.
Che Dio sia tra i profumi belli della vita
come sono quelli dell’amicizia, che tanto
assomigliano all’aroma che invade al
mattino le nostre case.
D
ON
N
ORBERTO
RICORDATI DEL 1^ CONCORSO FOTOGRAFICO
“Fotografi a Madonna Regina”
I temi e il regolamento si possono ritira all’ingresso della chiesa.
Ritiro delle fotografie a partire da domenica 3 aprile.
55 - LA LEVA DEL PRETE
Vengono così definiti coloro che sono nati nel 1955 come don Norberto, il parroco! Portare la
Madonna durante la processione nel mese di maggio è un modo con cui, da anni, si riuniscono i
cinquantenni. In una riunione fatta giorni fa con alcune persone, si è deciso di far nascere il
Club
55
al fine di creare iniziative in questo anno “del cinquantesimo”.
Si partirà con una
cena sociale SABATO 30 aprile 2005
presso la parrocchia con servizio
catering. E’ necessario già fin da adesso dare il nominativo. Il rischio infatti è quello di dimenticar-
si e… perdere il treno! Telefonare per l’iscrizione alla cena a Mariangela Rosanna (631570) e a Pi-
stolesi Floriana (634861). In quella serata ci sarà il “battesimo del club 55”. Non potendo contare
su un elenco è necessario che “quelli del 55” avvisino, si facciano riconoscere e poi si
passi parola
ad altri. Chiediamo in questo l’aiuto di tutti per intercettare i “coscritti”.
A
LCUNI DEL
55