Pagina 7 - Il Tassello

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TRA MOGLIE E MARITO
GIOVANNA, ARMANDO ED EMANUELE
OVVERO: I DOPPI MESSAGGI
LIBERI SCRITTORI
Incartare un regalo
non è un’operazione com-
plessa, ma come tante al-
tre cose, c’è “stile” e
“stile”! Un pacchetto con
una bella carta, il nastro
un po’ fuori dal comune, un ferma-pacchi gra-
zioso, fa il suo bell’effetto.
Ricevendolo tra le mani, con “candido”
stupore ed un sorriso sul viso generalmente si
dice: “Un regalo per me? Oh grazie!” e con il
cuore allegro, perché qualcuno si è ricordato di
noi, mentalmente si tira ad indovinare il
contenuto.
Mille sono le occasioni per far regali e ci
si può sbizzarrire nella scelta di svariati
oggetti. Ma la cosa più difficile è “azzeccare”
il gusto del destinatario. Potrebbe venire in
aiuto la capacità di “ascoltare” per tempo i
desideri dell’altro, quand’è possibile, in modo
da non far grossi buchi nell’acqua, o
perlomeno di farne…“piccoli”! Su un libro ho
trovato un pensiero interessante a proposito di
doni : “
Un dono è qualcosa che tu dai a
qualcuno perché ne ha bisogno, non qualcosa
che tu pensi che lui debba avere o che tu sei
obbligato a dare. Solo ciò di cui uno ha
bisogno e che tu hai la possibilità di dargli è
un dono.”
Ovviamente qui si parla di un dono più
"consistente”. Qualcosa di superiore che non
richiede delle buone qualità nello shopping, ma
che invita a far vibrare il timpano
“dell’orecchio dell’Amore.” Il quale, fa sentire
non solo le parole pronunciate, ma dà voce a
parole non dette o appena sussurrate e fa
comprendere e capire i bisogni che, magari,
l’altro ha difficoltà ad esprimere.
“Ascoltare per donare” le cose giuste!
Una formula che dà gioia immediata sia al do-
natore che al ricevente. Proprio come quando
si riesce a “non fare” quel famoso buco nell’-
acqua, citato prima. E’ lì che si prova l’immen-
sa gioia nell’aver reso felice qualcuno. Sarebbe
bello essere capaci di fare spesso dei doni così.
E la grandezza di un “vero dono”, è “donarlo”!
Qualcuno ci riesce, ma indubbiamente è ispira-
to del “Dono” avvolto dalla croce.
A
NTONELLA
IL TIMPANO
«Osservando poi come
gli invitati sceglievano i primi
posti disse loro...». Così viene
introdotta dall'evangelista Lu-
ca una parabola di Gesù che
termina con queste parole:
«Perché chiunque si esalta
sarà umiliato, e chi si umilia
sarà esaltato». Chissà, forse
Gesù inventando questa para-
bola non aveva in mente gli
invitati alle messe domenicali
del giorno d'oggi in molte
chiese del mondo. Effettiva-
mente assistiamo ad un feno-
meno frequente: che la gente
va a sedersi nelle ultime file,
lasciando le prime vuote; e
non sembra per umiltà.
Qualche volta, forse, vi
sarà capitato di partecipare
alla messa serale di una do-
menica d'autunno, fredda e
triste; in una chiesa vecchiotta
e poco illuminata; con il prete
afono e il microfono che sibi-
la; venti file di panche vuote
e, in fondo, un grappolo di
fedeli immobili e muti, tranne
uno, quello stonato, il solo a
cantare e a rispondere alle o-
razioni. E forse vi sarete do-
mandati se quella era l'eucari-
stia del Signore o il set di un
film di Hitchcock.
Ad ogni buon conto, an-
che nelle chiese più illuminate
pare che i grandi estimatori
delle ultimissime file siano
soprattutto gli adolescenti. E
il loro "messaggio" sembra
abbastanza chiaro: «Sono il
più vicino all'uscita. Inoltre io
vedo tutti, ma nessuno vede
me (tranne il prete; ma quello,
magari, è miope). Dunque,
oltre ad essere il primo ad u-
scire, posso essere, prima o
poi, anche il prossimo a... non
entrare». In effetti questo è
ciò che con l'adolescenza ac-
cade di frequente. Da lì in poi
in qualche famiglia si scatena
una guerra... di nervi.