Pagina 3 - Il Tassello

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LA BORSA DEL DOTTORE
Ridendo e scherzando, si fa per dire, sono
già trascorsi venticinque anni di attività di me-
dico di base, di medico di famiglia, oggi più
correttamente medico di medicina generale; a
dire la verità non ho l’impressione che sia pro-
prio ieri, che ho cominciato, il tempo non
è trascorso come soffio, anzi … sono stati
anni densi di esperienze sia mediche sia
umane, che hanno segnato in vario mo-
do la mia vita professionale e personale.
Non è facile ripercorrere con la
memoria un tempo cosi lungo, almeno
per me, vengono alla mente tanti episo-
di, tante storie o vicende umane, attra-
verso le quali mi sono trovato a passa-
re semplicemente oppure ad essere
coinvolto, ad esserne simpaticamente
partecipe; sono storie spesso di sofferen-
za, di profonda sofferenza umana, di uomini e
di donne comuni che hanno lottato molto spes-
so con autentica dignità, contro qualcosa più
grande di loro e alle quali penso di aver dato
solo un minimo supporto sia medico, sia psico-
logico, lasciando il grosso della prova sulle lo-
ro povere spalle.
Certamente queste espe-
rienze nella loro complessità e diversità mi
hanno prima di tutto insegnato che ciascun es-
sere umano è unico ed irripetibile, ha la propria
storia, il proprio vissuto, frutto di tante espe-
rienze accumulate negli anni, che lo porta a vi-
vere la propria malattia nel modo più personale
possibile, cosi che il tuo infarto, la tua polmo-
nite, il tuo tumore non sono omologabili in ste-
rili protocolli diagnostici e terapeutici, ma sono
parte integrante di quella persona e di quella
persona soltanto; in secondo luogo mi hanno
evidenziato, nella loro sconcertante chiarezza, i
limiti della medicina, spesse volte impegnata in
un duello impari, in cui si cerca di mettere in
campo tutto quanto è possibile, nella speranza
almeno di alleviare un’inutile sofferenza.
A tale proposito mi viene in mente l’assi-
stenza prestata ai malati oncologici, in fase ter-
minale, che non si rivolge automaticamente a
pazienti quasi già cadaveri o presunti tali, ma a
persone, delle quali è doveroso rispettare in
pieno la dignità soprattutto nel momento della
morte; sono prove che interpellano profonda-
mente me come medico e che sinceramente
non sono pratiche “vuoto a perdere“, ma molto
spesso drammi umani. Accanto a queste espe-
rienze di cui non rinnego nulla, anzi hanno
plasmato la mia sensibilità ed elevato il livello
di attenzione nei riguardi della sofferenza, ne
ho vissute altre di natura diversa,
semplicemente più positive, più ric-
che di speranza nella vita come una
nuova gravidanza e di conseguenza la
nascita di una nuova vita, oppure la sod-
disfazione di seguire alcuni pazienti con
patologie croniche e riuscire a mantenere
una situazione di stabilità seguendoli in
maniera assidua.
Oggi per motivi di salute, o meglio di ma-
lattia, non certo per festeggiare il fatidico ven-
ticinquesimo, mi sono preso un periodo di ne-
cessaria sospensione dall’attività, al fine di po-
ter seguire meglio le cure e rimettermi in for-
ma, ritengo che sia maturato il momento di
pensare anche un pochino al sottoscritto, in
fondo so di essere una persona come tutte le
altre. Onestamente è una situazione strana da
vivere e soprattutto da accettare, dopo una pa-
rentesi di appassionato lavoro o perlomeno o-
nesto lavoro, di cui ho ben poco da recrimina-
re, se non aver spesse volte trascurato la mia
famiglia
Oggi non mi aspetto miracoli, anche per-
ché non penso di meritarli, ma almeno di vive-
re giorno per giorno la mia malattia, nella spe-
ranza di approfondire sempre di più la cono-
scenza di me stesso e di ritrovare un nuovo e-
quilibrio che, come si diceva prima, può essere
solo ed irrepetibilmente mio!
D
OC
S
ANDRO
25 ANNI DOPO …
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PER ANIMARE IL CANTO IN ALCUNE MESSE DELLA DOMENICA