Pagina 6 - Il Tassello

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sione, dopo che era stato il figlio Massimo a
usare l'auto, Angelo era rimasto nel box per
oltre mezz'ora, sostenendo che Massimo avesse
regolato malamente l'assetto- fari e «Ti ho detto
mille volte che quello non lo devi toccare! E
adesso c'è un faro su e un faro giù!». Al che
Massimo aveva protestato dicendo che la rego-
lazione è simultanea e non può accadere che
uno salga e l'altro scenda... Niente da fare. Se-
condo Angelo era proprio questo il punto: che
suo figlio faceva cose che non riuscivano nem-
meno alla meccanica.
Massimo, che di anni ne aveva dicianno-
ve ed era perfino troppo mite, non osava ribat-
tere. Liliana, invece, problemi se ne faceva di
meno: «Insomma, Angelo, ma un bel "Chi se
ne frega!" è proprio vietato?». Al che Angelo –
invero arrampicandosi sui vetri – replicava con
un: «Se la macchina non funziona, poi non la-
mentatevi...!».
Liliana mandava giù, ma le «manie» del
marito erano tutto sommato il disagio più con-
tenuto che doveva sopportare. La sua fatica era
soprattutto quella di ritrovarsi ormai da molti
anni – ma mai rassegnata per questo – a vestire
i panni della casalinga. Panni davvero troppo
stretti. Lei già dirigente a trentacinque anni e
con molteplici prospettive di lavoro per il futu-
ro, aveva accettato di sposarsi a trentasette, e
ancora si domandava perché. Come donna e
subito madre, aveva perso l'autobus della car-
riera. I suoi colleghi maschi, con cinismo – o
forse con vero e proprio sadismo –, non aveva-
no mancato di farglielo notare. E lei si sentiva
tuttora ferita nel suo orgoglio di donna e di per-
sona dedita a dare il meglio di sé in una profes-
sione impegnativa.
Alla maternità, infatti, era seguito il tra-
sferimento del marito e, a quel punto, rientrare
nel mondo del lavoro di prima sarebbe stato
concretamente impossibile. Aveva iniziato a
fare lavoretti saltuari, ma senza troppo slancio
e nemmeno troppa soddisfazione.
D'altro canto anche per Angelo sposarsi a
quarant'anni – perché tanti ne aveva al matri-
monio – dopo una vita da scapolo, abituato ad
avere tutto pronto e tutto sotto controllo, si era
rivelato proibitivo. Accogliere la presenza di
altri – dapprima sua moglie e poi suo figlio –
nei suoi spazi vitali, dopo che per molti anni li
aveva abitati da solo, aveva riacceso le sue os-
sessioni giovanili. Da qui la sua preoccupazio-
ne per tutto ciò che gli sembrava fuori posto,
rendendo pesante l'esistenza già insoddisfatta
di Liliana ed esasperando quella pure mite di
Massimo.
Non è vietato sposarsi quando non si è
più giovanissimi, sia chiaro. Non si dimentichi
però che dopo una certa età l'armonizzazione di
due vite, diverse e fino a quel punto del tutto
indipendenti l'una dall'altra, può essere molto
più difficile.
«Può» essere non vuol dire che, per forza,
«deve» essere. Però almeno non ci si stupisca e
non ci si spaventi se accade che, paradossal-
mente, proprio nel matrimonio venga fuori la
parte peggiore di sé. Saperlo non cambia im-
mediatamente le cose. Però può impedire che si
viva nella continua sensazione, frustrante, di
essere stati privati di qualcosa e, forse, di avere
perfino sbagliato tutto. E non sarebbe male ri-
correre ad un po' di ironia e, soprattutto, di au-
toironia: non risolve, ma aiuta.
DON
S
TEFANO
VUOI VENIRE A TAIZE’ ?
DAL 2 AL 4 GIUGNO 2006
Dopo la presenza dei giovani nel mese di dicembre, la parola “Taizè” è risuo-
nata “nuova”. Si è notato però che quel piccolo paese, possiede una forte attrazio-
ne per molti giovani d’Europa. Moltissimi partecipano alle settimane estive … allo-
ra perché non “fare un salto a Taizè”?
Vedendo il calendario ci si rende conto che esiste “il ponte del 2 giugno”: in-
fatti la festa della Repubblica cade quest’anno di venerdì … quindi …. Pensiamo di andare in pullman
(se raggiungiamo il numero di circa 40 presenze) oppure con pulmini e macchine se fossimo di meno.
La proposta viene aperta dai 17 anni in su… se poi ci fossero adulti va bene.
Sei interessato?
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info@santamariaregina.it