Pagina 5 - Il Tassello

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TRA MOGLIE E MARITO
PENNELLATA DI POESIA
Con le lacrime agli oc-
chi, Donatella se ne stava lì,
incredula, con il ritaglio di
giornale fra le mani. Leggeva
e rileggeva quei nomi, quasi
nell'illusione che ad una nuo-
va lettura questi improvvisa-
mente mutassero. Ma non po-
teva essere così. E quel
«Fabrizio Vertemati» era pro-
prio suo figlio: «Al posto di
blocco istituito dai carabinieri
lungo la SP2, la BMW, risul-
tata poi rubata, dopo aver tra-
volto un cartello stradale, ha
concluso la sua corsa finendo
di lato contro il muro di una
abitazione... I quattro giovani
occupanti della vettura non
hanno riportato ferite di rilie-
vo. Due di loro sono risultati
incensurati...».
Uno di questi era pro-
prio lui, Fabrizio, suo figlio,
diciannove anni... ragazzo
modello…
Ma che cosa diavolo ci
faceva in compagnia di altri
tre – di cui due con precedenti
penali – su un'auto rubata,
alle due del mattino e a forza-
re un posto di blocco?
Fabrizio era il figlio
maggiore di Donatella e Gian-
carlo; che avevano altri due
figli: Saverio, di dodici anni,
e Gaia, di sette.
Da sempre, però, Fabri-
zio era per sua mamma un
figlio davvero «speciale»; e
non pochi facevano notare a
Donatella che la sua predile-
zione per quel figlio era perfi-
no troppo evidente. Le ragioni
erano tante: Fabrizio era il
primogenito, e per sette anni
aveva recitato la parte del fi-
glio unico; ma non solo: fin
dai tempi delle elementari a-
veva mostrato un carattere
particolarmente maturo, sen-
sibile e responsabile, al punto
da essere portato ad esempio
da tutte le sue insegnanti. A-
gli elogi pubblici Donatella
faceva come per schernirsi,
ma interiormente si sentiva
fiera per quel figlio. Il mio
«uomo di casa» diceva, rife-
rendosi a lui.
Ma l'
altro
uomo di casa,
dov'era?
In realtà Giancarlo era
un'ottima persona. Primario di
DONATELLA, GIANCARLO,
FABRIZIO, SAVERIO E GAIA
OVVERO
IL FIGLIO INVISCHIATO
“Una dose di fortuna,
una manciata di luce di luna.
Un mare di sorrisi,
un pizzico di dolori condivisi.
Quattro etti di sana dolcezza,
mezza busta di sincerità e franchezza.
Usa il cucchiaio della pazienza,
che nella vita non puoi farne senza.
Aggiungi rispetto, calma ed ardore.
Un cucchiaio di silenzio,
una scatola intera di amore.
Riscalda il cuore finchè non è pronto,
ognuno ha i suoi tempi,
devi tenerne conto.
Dosa piano calore e umanità,
ma usali tutti, finchè ce ne sta.
Attendi del dolce la cottura,
il tepore dosato sarà la sua cura.
Servilo caldo, in fette ancora fumanti,
che di amici ne attirerà tanti.
Accompagnalo con vino frizzante e dorato,
parole sincere e dolci come cioccolato.
E ora brinda con allegria,
e nella tua vita
non manchi mai la compagnia!”
M
AMMA
F
RA
Penso ai miei amici, i nostri, quelli di una vita. A quelli conosciuti da
sempre e a quelli incontrati durante il cammino; a quelli condivisi e
a quelli raccontati. Non ci sono regole per l’amicizia, se non l’assi-
duità e la costanza. Nemmeno ricette o trucchi magici, anche se ....
LA RICETTA