Pagina 3 - Il Tassello

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LA BORSA DEL DOTTORE
Quest’anno la primavera anticipata ha
colto un po’ tutti di sorpresa, l’inverno è tra-
scorso via veloce e in modo anomalo, pratica-
mente non c’è stato, stravolgendo tutti i prono-
stici metereologici e non.
Si nota guardandoci intorno, alberi fioriti,
colori freschi e profumati, pennellate di prima-
vera ovunque, aria tiepida e temperature miti,
quel non so che di svogliatezza, di “mollezza”
che si addice bene alla primavera o al primo
innamoramento, insomma ci sono tutti gli in-
gredienti per fare il buon minestrone di prima-
vera. Ci si sveglia un po’ tutti dal letargo, di
solito favorito dal freddo umido delle nostre
parti, che sembra quasi rallentare la frenesia
anch’essa tipica delle nostre parti; ma quest’an-
no il letargo è stato un momento fugace, se non
una tappa addirittura saltata da alcuni animali.
Così saltando di palo in frasca, si è giunti
di nuovo a primavera: se è vero che non ha
imperversato la fatidica “influenza”, come in-
vece previsto e minacciato dai mass media, for-
se più interessati ad una manovra di marketing
dei vaccini, è pur vero che viene anticipato il
periodo delle allergie, croce e delizia sia per i
medici che per i pazienti. Insomma ad
un beneficio si aggiunge un danno,
senza poi contare quel senso di
spossatezza, di facile stanchezza
e di esauribilità, che ben accompa-
gna questa stagione di passaggio, la
“quinta stagione” degli antichi cinesi, una
stagione di mezzo tra il freddo intenso del-
l’inverno ed il caldo torbido ed afoso dell’esta-
te, in pratica una stagione ideale senza eccessi,
che caratterizzano anche il periodo della nostra
vita, il fiore degli anni, in sostanza la giovinez-
za, epoca in cui si è a metà tra la fanciullezza e
la vecchiaia, non a caso si augura “l’eterna pri-
mavera”.
Sulla scia di queste riflessioni mi avvio
stancamente alla fine dell’ambulatorio, orga-
nizzato su appuntamenti, ma lascio un tempo
per i casi urgenti o improrogabili, anche se c’è
sempre qualcuno che furbescamente fa lo gnor-
ri, perché gli torna comodo; questa volta si af-
faccia timidamente una persona esile, magra,
che a malapena riesco a riconoscere come mio
paziente, perché l’ho visto poche volte in am-
bulatorio. Dopo le scuse per non aver fissato
l’appuntamento, si presenta visibilmente dima-
grito, pallido, emaciato, dati confermati dal pa-
ziente stesso, dalla anamnesi raccolta e soprat-
tutto dalla visita, che mi fa accapponare la pel-
le quando palpo quei pacchetti duri di linfono-
di, quella milza dura aumentata di volume o
quando vedo quelle congiuntive così pallide.
E sì che era venuto per quella esagerata
stanchezza, senza dubbio da addebitare a que-
sta strana ed anticipata primavera, complice
anche il periodo lavorativo particolarmente
stressante. Per fortuna né la stanchezza della
fine giornata né l’atmosfera farfallona e disim-
pegnata della primavera, mi impedirono di a-
scoltare frettolosamente la sua storia e tanto
meno di “mettergli le mani addosso” o più
semplicemente di visitarlo. Speriamo, visto il
caso piuttosto serio, che tutto vada per il me-
glio e che il buon Dio ci assista.
Questo episodio dovrebbe far meditare
soprattutto sul fatto che la propria salute non è
una delega a senso unico da mettere nelle mani
del medico, ma implica una cosciente consape-
volezza ed una attiva collabora-
zione al fine di creare quel vero
rapporto di fiducia; per noi medi-
ci ci ammonisce che non tutto ciò
che è ovvio è così ovvio, insomma
per dirla con un proverbio “Una
rondine non fa primavera”, invitan-
doci a non abbassare mai la guardia.
Non vorrei con questo sminuire la bel-
lezza peculiare della primavera, una
stagione di mezzo, una stagione di
passaggio, come la Pasqua, tempo forte di pas-
saggio dalla morte alla vita attraverso la croce,
ma questa è un’altra storia forse di un’altra pri-
mavera, che davvero potremmo definire
“eterna”.
D
OC
S
ANDRO
B
UONA
P
ASQUA A
TUTTI
!!
UNA RONDINE NON FA PRIMAVERA