Pagina 11 - Il Tassello

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VISITA AL CENACOLO VINCIANO
Il 28 aprile un gruppo di
25 persone, in perfetto
orario, arrivano alla sta-
zione milanese di Cador-
na, quattro passi ed ecco
… ci troviamo di fronte la
cupola di Santa Maria
delle Grazie, capolavoro
del Bramante, mentre l’ammirazione si alterna allo sguardo sui marmi e sul cotto. Il
tempo di un caffè ed ecco arrivare la nostra guida.
Da subito cattura la nostra attenzione facendoci guardare le fotografie di quello
che restava della chiesa e del refettorio dopo i bombardamenti del 1943: uno sfacelo!
Una volta entrati nel refettorio l’emozione è grande. Ci si trova davanti al genio di Le-
onardo dove l’artista mette in piena luce la sua capacità di tradurre le mille sfaccetta-
ture dell’espressività umana, nei gesti affettuosi e negli sguardi increduli dei disce-
poli nel momento in cui Gesù afferma: “Uno di voi mi tradirà”. Bellissima anche la
crocifissione del Montorfano sulla parte di fronte all’affresco. A fatica abbiamo dovuto
lasciare l’aula al gruppo che seguiva, proseguendo la visita all’interno della chiesa e
concludendo il tutto con la visita alla sacrestia. Pensando di interpretare il pensiero di
tutti, la visita è stata molto apprezzata, alla prossima…
A
NNA
B.
E
M
ARINA
B.
L’anno 1972 è anche il debutto di Mar-
cella Bella con la popolarissima “
Montagne
verdi
” e la scoperta di un gruppo, i Delirium,
capitanati dall’allora sconosciuto Ivano
Fossati che presentarono il brano
Jesahel
”, un successo di critica pri-
ma e di grande pubblico poi. Chi di
noi non più ragazzi non l’ha mai can-
tata durante una gita in campeggio, una
passeggiata o una serata davanti al falò?
Dunque, per riassumere, sono stati tre anni
veramente importanti per il panorama musi-
cale italiano di quegli anni e oserei dire an-
che di oggi perché quelle canzoni sono rimaste
patrimonio di tutti noi.
Poi, dopo il
1972, come d’improvviso, il giocattolo del fe-
stival si rovinò per parecchi anni e furono edi-
zioni buie senza particolari ricordi ed emozioni
e la televisione dal 1975 al 1978 trasmise sola-
mente la serata finale del festival, considerato
lo scarso interesse che aveva tra il pubblico.
Solo nel 1978 ci fu un piccolo risveglio grazie
agli sforzi organizzativi del compianto Vittorio
Salvetti. Quell’anno le canzoni partecipanti fu-
rono solo quattordici; vinsero, e si fecero cono-
scere al grande pubblico, i Matia Bazar, ma
non fu quella la notizia. La novità fu l’apparire
sulla scena di una ragazza esageratamente truc-
cata da punk, che con la voce roca cantò
con grande enfasi “
Un’emozione da po-
co
”,
testo di Ivano Fossati.
Si trat-
tava di Anna Oxa , allora diciassettenne, e
tutti sanno quanta strada nel bene e
nel male abbia fatta da allora. Consi-
glio ai più giovani lettori di andarsela
a riascoltare: non è niente male. E ancora
del 1978 è “
Gianna
“ di quel genio scom-
parso troppo presto di Rino Gaetano, o-
recchiabilissima e scanzonata, ma vorrei
terminare citando, sempre del 1978, una
canzoncina delicata “
Domani domani
” cantata
dalla sconosciuta Laura Luca, una ragazza mi-
lanese che oggi fa la mamma a tempo pieno.
La canzone parla di un fidanzamento andato
male e il testo ad un certo punto dice “
ti libero
il cuore così volerai ed io farò a meno del poco
che dai
”. Un modo educato per lasciarsi, che
forse oggi non sarebbe male ricordare.
G
IOVANNI
G.