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PENSIERI SULLA “KA” ROSSA
DOMENICA 4 MAGGIO 2007 ORE 10
ANNIVERSARI DI MATRIMONIO
Leggendo un piccolo libro che mi è stato
regalato in occasione della Pasqua, sono stata
molto colpita da una frase riportata sulla sua
copertina e che rappresenta un po’ il cuore
di tutto il discorso:
“Noi dobbiamo amare le persone in
modo che esse siano libere di amare
gli altri più di noi”.
(T. Radcliffe)
Salta subito all’occhio che in
questa affermazione viene sottolineato
con forza il legame vitale tra amore e
libertà: non c’è amore se non nella liber-
tà. L’amore è infatti il campo sul quale met-
to in gioco la mia libertà; solo l’amore può la-
sciare l’altro così libero da poter scegliere di
amare gli altri più di te. Ma è l’ampiezza della
libertà che dà valore a una relazione d’amore.
E’ vero, la società di oggi ha spogliato la
relazione uomo-donna del suo significato più
spirituale e ha tenuto solo quello sensuale e fi-
sico. Per usare un‘immagine possiamo dire che
è successo come se prima di una festa di com-
pleanno ci si fosse abbuffati sulla torta, to-
gliendo tutta la crema e la gustosa farci-
tura, lasciando per la festa solo il pan
di spagna!
Coltivare il vero linguaggio
dell’amore è doveroso non solo
per le giovani generazioni, ma
anche per noi adulti. Il lieto fine
delle favole “e vissero felici e
contenti” infatti esiste solo nella
fantasia, come anche l’abbraccio
commovente in diretta TV tra due innamorati
che dopo un litigio non si sono più voluti vede-
re, anche questo è fiaba!
Perché l’amore sia vero è indispensabile
un cammino quotidiano di scoperta e riscoperta
dell’altro e di sé nel volto dell’altro imparando
così a vivere questa relazione nell’oggi, nel
DALLA CARROZZINA DI MATTEO
Il giro del mondo della torcia o-
limpica ha generato molte polemiche e
una serie di manifestazioni per via del-
la questione relativa al Tibet e al ri-
spetto dei diritti umani in Cina. Que-
sto rito del viaggio della fiaccola fu
introdotto in occasione dei giochi di Berlino nel
1936; sappiamo tutti che all’epoca in Germania
governava un omino squilibrato e pervertito coi
baffetti e il riporto e siamo tutti a conoscenza del-
le nefandezze disumane di cui si è fregiato. Date
le origini discutibili questa cosa potrebbero tran-
quillamente abolirla, o se proprio ci tengono, far
girare questa torcia solo nel paese organizzatore
dei giochi.
Per quanto riguarda la Cina e i diritti umani,
il comitato che fu chiamato ad assegnare le Olim-
piadi del 2008 penso fosse a conoscenza dei pro-
blemi relativi a questa questione, quindi non a-
vrebbe dovuto dare i giochi a Pechino (tra l’altro
da allora è cambiato poco o nulla). Qualcuno ha
anche ventilato l’ipotesi di un boicottaggio come
forma di protesta; i capi di Stato che vogliono a-
derirvi non presenziando alla cerimonia di apertu-
ra sono liberi di farlo, anzi farebbero anche bene,
ma non è giusto chiedere agli atleti di rinunciare
ad un evento che per loro significa molto e che
richiede molta preparazione e allenamento.
Che ne sarà del problema dei diritti umani
una volta terminati i giochi olimpici?
M
ATTEO
T
OGNONATO
LA FIACCOLA DELLA DISCORDIA
DALLA COPERTINA DI UN LIBRO