Pagina 2 - Il Tassello

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Don Stefano è stato nominato professore di psicologia dello sviluppo presso la
Pontificia Università Gregoriana di Roma. Il prestigioso incarico lo impegnerà per
cinque anni, sollevandolo dagli impegni legati al seminario e alla diocesi di Milano.
Dovrà abbandonare anche la nostra chiesa che lo ha visto presente con i suoi tratti
gentili, con la sua predicazione sempre stimolante, con la sua persona disposta ad
entrare in relazione con piccoli e grandi. Pur essendo ristretto il suo tempo presso la
nostra parrocchia, abbiamo potuto apprezzarlo per sette anni, notando sì l’abile
psicologo, l’arguto interprete della cultura ma soprattutto il suo abito di prete che
segue Gesù e vuole farlo conoscere anche agli altri.
Auguriamo a lui un periodo fecondo per la sua vita sacerdotale e per il servizio
che gli è chiesto per la Chiesa universale. Rimane la percezione di aver istaurato una
profonda amicizia.
DON STEFANO CI LASCIA:
DAL SEMINARIO DI VENEGONO
ALLA GREGORIANA DI ROMA !
e non è più possibile tornare indietro nep-
pure chiedendo scusa o invocando il per-
dono. Nella vita, diversamente dalla fanta-
sia o da una realtà virtuale, molto spesso
quello che si rompe non si aggiusterà più,
nonostante il modo popolare di dire:
“Guarda che tutto si aggiusta”. E invece, in
molti casi, non si aggiusta proprio niente!
Sembra che si debba tornare all’ “abc”
del linguaggio per ritrovare il valore di
termini quali “responsabilità”. Non è una
parola per indicare un incarico di prestigio
nell’ambito di un lavoro o di un partito co-
me si usa dire per chi “ha assunto delle re-
sponsabilità”. Significa invece che un gesto
non è mai neutro perché può incidere in un
modo positivo o in un modo negativo.
Qualsiasi cosa uno faccia lascia sempre un
odore nauseante oppure un bel profumo.
Sposare la mentalità attuale dove o-
gnuno può fare ciò che vuole “perché così
è giusto, perché così mi sento di compor-
tarmi”, significa introdurre, senza volerlo,
il concetto che non esiste la responsabilità
di una azione che si compie, appunto per-
ché nulla è in grado di fermarmi!
Un articolo di giornale “sparato” solo
per attirare il lettore, una trasmissione
“spazzatura” per raggranellare i soldi dei
pubblicitari, un video messo in Internet o
un SMS inviato, lasciano appunto la sensa-
zione che a nessuno interessino le eventua-
li conseguenze dei singoli atti.
Poi davanti ai disastri si ascolta la so-
lita frase: “Sono in corso le indagini per ac-
certare le responsabilità”. Si va così alla ri-
cerca di un capro espiatorio riconosciuto
vuoi nei mezzi di comunicazione, vuoi nel-
la assenza della famiglia, nella latitanza
della scuola, o nella scarsa attività degli
oratori. E così si sprecano parole generiche
che toccano le istituzioni o la società e che
non arrivano mai ad identificare personal-
mente nessuno, proprio perché nessuno si
sentirà interpellato.
Un’altra storia è quella di colui che
invece in un attimo decide di cambiare vi-
ta, di agire con impegno verso gli altri gra-
zie al fatto che “all’improvviso viene dal
cielo un rombo come di vento gagliardo” e,
in nome di questa nuova energia, lascia un
segno buono attorno a sé. Nel bene avviene
il miracolo di vedere che le proprie azioni
influiscono positivamente sugli altri e con-
tribuiscono ad un clima bello e costruttivo.
Questa sì che è la responsabilità che
conviene cercare e che ci piace un sacco!
D
ON
N
ORBERTO