Pagina 10 - Il Tassello

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concretamente, comporta la
rinuncia a gestire autonoma-
mente la propria vita per ren-
dersi disponibili a cercare e
realizzare il progetto di Dio,
mettendosi quindi in una si-
tuazione di costante discerni-
mento, di libertà del cuore e
di attenzione alla parola
di Dio.
Infine, il “terzo gra-
do di umiltà” è quello più alto
di assimilazione a Gesù; così
lo descrive Ignazio di Loyola:
«La terza umiltà è perfettissi-
ma e si ha quando […] desi-
dero e scelgo, per
imitare e ras-
somigliare
più effettiva-
mente a Cristo
nostro Signore,
la povertà con
Cristo povero,
piuttosto che la
ricchezza; le in-
giurie con Cristo che ne è ri-
colmo piuttosto che gli onori;
e preferisco di essere stimato
stupido e pazzo per Cristo che
per primo fu ritenuto tale, an-
ziché saggio e prudente in
questo mondo» (
Esercizi spi-
rituali
n. 167). E’ una situa-
zione vertiginosa, qualcosa di
umanamente incomprensibile,
nella quale si riconosce non
solo il primato di Dio ma il
primato della croce di Gesù,
del suo amore che si umilia e
passa per follia agli occhi del
mondo. Concretamente, signi-
fica servire il Signore con
gioia quando la risposta degli
altri, la reazione intorno a noi
è bella e gratificante e saper
custodire la stessa gioia quan-
do invece quella risposta è
deludente, umiliante, quando
il seguire il Signore ci procu-
ra sofferenza o derisione.
Non si tratta di sce-
gliere la croce in sé, come do-
lore, come sconfitta, ma di
scegliere l’amore evan-
gelico, che può portare
anche alla croce, che prima o
poi porta alla croce, la croce
di Gesù
. E’ una tensione
spirituale molto alta,
molto esigente,
che magari riu-
sciamo a vivere
esplicitamente
solo in alcuni
momenti forti della
vita. Ma è importan-
te che coltiviamo que-
sta disposizione, che ci
esercitiamo in essa, che
ci teniamo pronti a vi-
verla realmente, quando le
circostanze della vita lo chie-
deranno.
Il senso del cammino
proposto da Ignazio, il senso
del cammino di Gesù che arri-
va fino alla croce, è che l’esi-
stenza cristiana non può con-
sistere semplicemente in una
situazione di equilibrio, nel
quale diamo ciò che ricevia-
mo, doniamo nella misura in
cui riceviamo. La legge dello
Spirito è in realtà uno
squili-
brio
, che va oltre il buon sen-
so comune, il comune senso
della misura, che conosce la
gratuità del dono, l’amore che
ama per primo, che va al di là
del semplice dovere, che è
capace di un’obbedienza che
costa e di un perdono che ri-
pugna. E’ l’intuizione di
Francesco d’Assisi, che nell’-
apologo
Della vera e perfetta
letizia
spiega che la vera gioia
non sta nel successo della
propria testimonianza cristia-
na, ma nemmeno necessaria-
mente nel vivere la persecu-
zione a causa del vangelo: la
vera gioia, la
perfetta letizia
,
è quando, magari per un fatto
banale, per uno sciocco im-
previsto, per un colossale e-
quivoco, le cose non vanno
come noi vorremmo, come
avevamo previsto, e però non
proviamo fastidio, perché il
primato di Dio, l’amore per il
Signore rimane intatto e non
viene turbato anche nelle pro-
ve meno eroiche.
Lo squilibrio, lo sbi-
lanciamento del cristiano, il
suo andare oltre i limiti corri-
sponde alla legge dettata da
Gesù, secondo la quale «chi
vorrà salvare la propria vita la
perderà, ma chi perderà la
propria vita per causa mia e
del vangelo la salverà» (Mc
8,35).
DON
G
IUSEPPE
Mi permetto di consigliare la
lettura del libro di C.M. Mar-
tini,
“Le tenebre e la lu-
ce” (Piemme 2007)
, al quale
mi sono ispirato, in particola-
re le pp. 151-165: “L’eccesso
che salva”.
SARAJEVO DICEMBRE 2008 - ERRATA CORRIGE
Il Gruppo Missionario segnala come durante la cena di beneficenza dello scorso dicembre siano stati
raccolti 1500
che hanno costituito parte degli aiuti giunti a Sarajevo con il viaggio di fine anno
(cfr. Tassello precedente). Al riguardo si specifica come si siano aiutate un totale di 8 famiglie e non
3, come erroneamente riportato nell’articolo di gennaio.
Si ringraziano ancora tutti coloro che hanno permesso, e permettono tuttora, di portare un poco di
sollievo ai tanti amici di Bosnia.