Pagina 13 - Il Tassello

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represse, i "sogni" non nascosti di tanti ragaz-
zi, giovani, forse adulti di quel tempo ma che si
possono benissimo riportare del mondo d’oggi.
“Voglio una vita maleducata” “voglio una vita
che se ne frega di tutto” “voglio una vita che
non è mai tardi” “ognuno a rincorrere i
suoi guai”.
Ho scelto a caso qualche frase
qua e là molto emblematica, ma
tutto questo è il sintomo di un
disagio vero o presunto, o solo la
punta dell’iceberg di un cliché
che fa tanta tendenza? Non sono
uno psicologo e non ho risposte
da dare, dico soltanto che oggi
andare oltre il limite è una cosa
di tutti i giorni sia in negativo ma
anche in positivo. Non voglio nemmeno scri-
vere tutte le cose sbagliate che si fanno oggi
per andare "oltre", si vedono tutti i giorni alla
televisione, ne ho quasi la nausea. Mi piace pe-
rò ricordare tutti quelli che ogni giorno vanno
"oltre" in positivo, conducendo una vita speri-
colata da ricordare. Tutti i volontari (d’ogni
tipo e genere), tutti quelli che riescono a sbar-
care la giornata con poco, facendo fatica ma
senza fregare gli altri, tutti quelli che fanno la-
vori pesanti per pochi euro, chi si preoccupa,
chi cerca di vedere di là dalla propria persona.
Un esempio molto attuale di “vita spericolata”
è quello che si compie quasi ogni giorno a
Lampedusa, dove decine di stranieri sbarcano
alla ricerca di qualcosa, che magari non avver-
rà.
Già, andare oltre il limite: a pensarci bene è
una cosa affascinante, probabilmente inversa-
mente proporzionale all'età, (è più facile
"rischiare" a vent'anni che a cinquantasette,
tanto per dire delle cifre). Ma è anche
una bella sfida e le gare piacciono
alla maggior parte di noi, il mistero
di non sapere quello che viene do-
mani è una lotteria da giocare. Il
gioco duro piace ai nostri ragazzi
ma attenzione…. Ad essere troppo
spericolati si rischia di finire fuori
pista.
Quella brutta parola che oggi tutti
hanno nel loro vocabolario, tra-
sgressione, non è propriamente
positiva. Trasgredire significa sì
”andare oltre” ma la maggior par-
te delle volte in senso negativo, solo gli eccessi
più bonari si possono trasformare in goliardia
ma il gioco per essere bello deve necessaria-
mente essere corto. “Una vita come “Steve Mc
Queen” sarà anche interessante e può anche
fare piacere a chi se lo può permettere. A me,
personalmente, piace molto di più la vita speri-
colata che fa ancora Gino Strada, il medico di
Emergency, che cura, a suo rischio e pericolo, i
malati ed i feriti in zone di guerra. Mi piace
molto di meno quella “vita spericolata” che sta
facendo tutta la politica italiana. I “gamberi”,
noti crostacei, conosciuti perché camminano
all’indietro, farebbero molto meglio, ma questo
è un altro discorso.
G
IOVANNI
LE AVVENTURE DI CHEDDONNA
CHEDDONNA NO LIMITS
“Bip bip biiip”. La lucina del-
la segreteria telefonica lam-
peggiava con petulante insi-
stenza quando Cheddonna,
con le braccia cariche di sac-
chetti della spesa, varcò la
soglia del suo appartamento.
Il display digitale annunciava
tre nuovi messaggi.
Il primo era di Arabella, la
babysitter del Principe, che si
dava malata per la terza volta
in un mese; il secondo era di
una società telefonica che
proponeva la nuova, fantasti-
ca offerta “internet oltre ogni
limite”; e l’ultimo era di
Cheddolce, la sorella maggio-
re di Cheddonna.
“Pronto, tesoro? Non sei in
casa? Peccato, volevo venire
a trovarti… avrei bisogno di
parlarti… Richiamami! Un
bacio!”.
Cheddonna iniziò a sistemare
con cura la spesa nella di-
spensa, poi si fece un caffè e
sedette a riflettere.