Pagina 14 - Il Tassello

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“Quando mia sorella vuole
parlarmi, ci sono guai in vi-
sta!” rimuginava tra sé.
“Chissà cosa vorrà questa vol-
ta!”.
Ciononostante, dopo aver da-
to la caccia al cordless per
tutta la casa, Cheddonna com-
pose il numero della sorella,
non senza una sottile sensa-
zione di imminente catastro-
fe.
“Pronto, Cheddolce? Sono io!
Ho trovato il tuo messaggio…
Avevi bisogno di me?” si in-
formò Cheddonna, quando
sentì che, dall’altra parte del
filo, qualcuno aveva alzato il
ricevitore.
“No, bambèn, sono la Nonna-
Nenna. Tua sorella sta guar-
dando la puntata dell’Isola dei
famosi, per questo ho risposto
io!”.
“NonnaNenna! Che ci fai lì?
Non dovevi essere al mare per
tutto l’inverno?” esclamò stu-
pita Cheddonna.
“Eh… è una lunga storia…
per farla breve mi sono
rotta una gamba e de-
vo tenere il gesso per
un mese. Potrai ben
capire che, conciata
così, non posso
certo rimanere da
sola! Ah, ecco
Cheddolce! Allora,
chi è stato nomina-
to?”.
“Ma cosa dici,
nonnina! Io non guar-
do la tv spazzatura! Stavo
vedendo Ulisse: c’era un ser-
vizio su Galileo Galilei…
Pronto, Cheddonna? Come
stai cara? Hai già saputo la
notizia, vedo! La nonnina
starà con noi per un po’… o
meglio… avrei bisogno di
parlarti proprio di questo…”.
Il timbro vocale di Cheddol-
ce non lasciava presagire nul-
la di buono. Cheddonna , in-
fatti,sapeva perfettamente che
quando la voce di sua sorella
saliva di un’ottava, assumen-
do un tono più flautato
del solito, era segno
che stava per dire
q u a l c o s a
d i
poco piacevole.
N o n n a N e n n a ,
intanto era anda-
ta a sedersi da-
vanti alla televi-
sione,
rimasta
accesa sui volti
scavati dei naufraghi
dell’isola, e ogni tanto com-
mentava ridacchiando e scuo-
tendo la testa.
“Sai, io vorrei tanto tenere
con me la nonna, ma come
faccio? Ho un marito, due fi-
gli, un lavoro: una vita diffi-
cile. Non posso pensare di
occuparmi anche di Nonna
Nenna. Tu, invece…”.
“Io invece cosa?” urlò dentro
di sé Cheddonna, “Ti rendi
conto che ho la baby-sitter
malata?”.
Ma tutto quello che riu-
scì a dire fu: “Certo, ti
capisco, dobbiamo tro-
vare una soluzione! Po-
tremmo cercare una
di quelle belle case
di cura…”.
“Ma teso-
rooo! Non-
n a N e n n a
ha biso-
gno di un
amb i en t e
fami-
liare,
di
volti amici. Credo che l’unica
soluzione sia che te ne occupi
tu!”.
Cheddonna stava per avere
una crisi di panico: se c’era
una cosa che non riusciva a
sopportare erano gli anziani,
con tutti i loro noiosi discorsi
sui bei tempi passati e le loro
piccole manie, e sopra ogni
cosa non sopportava Nonna-
Nenna.
Più volte, in passato, il vizio
della nonna di dire sem-
pre tutto quello che le
passava per la testa
l’aveva messa in
imbarazzo davanti
a qualcuno dei suoi
conoscenti. Sem-
brava che la vec-
chietta non avesse
freni inibitori: fa-
ceva commenti su
quanto era invec-
chiata quell’amica, o su quan-
to era ingrassata quell’altra, o
su come l’altra ancora si fosse
certamente rifatta il naso…
Averla in casa significava
certo rischiare di dover porre
rimedio ad altri incresciosi
episodi del genere.
“Pronto, Cheddonna, sei an-
cora lì?” domandò la sorella
con voce che tradiva una certa
apprensione. “Allora, siamo
d’accordo?”.
Cheddonna inghiottì un paio
di volte, poi, con un filo di
voce, disse: “Va bene, cara.
Dì a NonnaNenna che domani
Miomarito passerà a prender-
la…”
Fine prima parte
- to be continued -
C
HIARA