Pagina 15 - Il Tassello

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L’ANGOLO DELL’ARTE
IL LIMITE “SORPASSATO”
Mentre scrivo è passato da poco il 27 gennaio,
giorno importante, significativo: “IL GIORNO
DELLA MEMORIA”.
Forse non tutti, soprattutto i più giovani, sanno
cos’è e cosa rappresenta questo giorno, nono-
stante radio, TV e giornali lo citino e ne porti-
no testimonianza con film commemorativi, in-
terviste, testimonianze di superstiti: è il giorno
del ricordo della SHOAH.
Secondo me è stato uno dei periodi più bui del-
la storia DEL ‘900 e di sicuro dove ogni limite
è stato superato.
La mia passione per la storia, mi spinge spesso
a leggere libri o ad assistere a proiezioni di
film sull’argomento.
I sentimenti che mi suscitano sono molteplici:
da una parte c’è tanta curiosità di sapere cosa è
successo, cosa ha scatenato tutto questo, cosa
hanno dovuto subire milioni di ebrei durante la
persecuzione; dall’altra c’è tanta rabbia, scon-
forto, odio…
Tra i libri letti e i film a cui ho assistito, consi-
glio di vedere il film/capolavoro di Roberto
Benigni “La vita è bella”.
«
Questa è una storia semplice, ma facile da
raccontare, come in una favola c’è dolore, e
come in una favola è piena di allegria e di feli-
cità
»: è con questa frase che ha inizio questo
spettacolare film.
I protagonisti, Guido (Roberto Benigni), Dora
la moglie (Nicoletta Braschi) e il figlioletto
Giosué (Giorgio Cantarini), sono una famiglia
di Arezzo.
Imposte le leggi razziali, Guido di religione
ebraica, viene de-
portato insieme al
figlio. Dora, deci-
de volontariamen-
te di seguire la
propria famiglia
nel lager.
Nel campo di con-
centramento, Gui-
do cerca di proteg-
gere il figlio fa-
cendogli credere
che
questo
“viaggio” è il regalo per il suo compleanno e
che tutta questa situazione è un gioco a punti,
in cui bisogna superare delle prove per vincere
un carro armato vero.
Guido viene allontanato e ucciso ma Giosué,
finita la guerra, esce dal lager su di un carro
armato americano, come gli aveva promesso il
padre, e riunitosi con la madre, gli va incontro
contento gridando: «Abbiamo vinto!».
Un film, questo, struggente, ma nello stesso
tempo dove il messaggio è la vittoria dell’inno-
cenza sul male, l’amore e il sacrificio di un pa-
dre per il proprio figlio e l’amore, quello di un
marito per la sua “principessa”.
È perfetto l’intreccio comicità/drammaticità,
nello stesso tempo si ride e si piange.
Consiglio a tutti coloro che “non vogliono di-
menticare” di vederlo e di cogliere le mille
sfaccettature di questo “gioco della vita”, come
lo chiama Guido.
A
NTONELLA
M.
Il limite. Ogni aspetto della
vita dell’uomo riconosce
quella sottile e spesso indefi-
nibile barriera che chiamia-
mo limite. Senza voler fare
complesse distinzioni filosofi-
che e fatta eccezione per i li-
miti fisici, si consideri come,
sin da piccoli veniamo bom-
bardati di confini e paletti da
parte dei grandi. Quando poi
cresciamo questi limiti vengo-
no mantenuti ed accettati, au-
mentati ed autoimposti per
paura del nuovo o “perché si è
sempre fatto cosi” o “perché
devo cambiare le mie belle (e
comode) abitudini?”
Certamente, non è un discorso
intrinsecamente sbagliato, ma
è quantomeno deludente e si-
curamente “perdente”; pensa-
te se nessun nostro antenato
avesse pensato di superare il
limite della semplice raccolta
dei frutti della terra, iniziando
la pratica dell’agricoltura (si
vede che i miei figli frequen-
tano le elementari…); proba-
LA CUCINA DI PIPPO
OLTRE L’OSTACOLO
GETTARE LA PIGNATTA