Pagina 16 - Il Tassello

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bilmente saremmo ancora al
livello di muscolosi buzzur-
roni coperti di pelli animali!
Certo l’idea di andare oltre,
comporta o una buona dose di
incoscienza o una forte volon-
tà (unita ad una discreta dose
di incoscienza); quello che
non può mai mancare è una
mente aperta alle nuove espe-
rienze, che si manifesta anche
solo facendo in modo diverso
qualcosa di cui già abbiamo
buona conoscenza .
Ecco quindi che, con la bene-
dizione di padre Dante (fatti
non foste per viver come bru-
ti…), propongo la ricetta di
un qualcosa che tutti sanno
fare, realizzato però in
modo diverso e che
richiede, per esse-
re provato, il co-
raggio di andare
oltre gli schemi !
Yuk ! yuk!!
Un saluto e buon appetito
S
ILVIO
RICETTA
Vitello tonnato della zia cris
(dosi per 4);
1 pezzo di magatello di vitello di circa un kg
1 cipolla
1 carota grande
1 gambo di sedano piccolo
1 mazzetto di prezzemolo (o un cucchiaio di prezzemolo tritato)
5 cetriolini sottaceto
3-5 cipolline sottaceto
1 scatola grande(almeno 160 gr) di tonno sott’olio sgocciolato
1 cucchiaio di capperi sotto sale lavati
¼ di litro di vino bianco secco
¼ di litro d’acqua
1 cucchiaino di senape (pasta o polvere)
4 filetti d’acciuga sotto sale
maionese quanto basta
Mettere la carne, la verdura a pezzi, il tonno sbriciolato, le ac-
ciughe, gli aromi, l’acqua ed il vino tutto assieme in pentola
(anche a pressione) e far cuocere a fiamma moderata
sino a completa cottura della carne.
Lasciar raffreddare, quindi tagliare la carne a fette
sottili (utile l’affettatrice).
Sgocciolare tutti gli altri ingredienti e frullarli as-
sieme alla maionese sino ad ottenere una crema omo-
genea (aggiungere se necessario un poco del brodo
eventualmente rimasto), aggiustare di sale e guarnire
la carne.
Interessante l’accostamento con una buona bottiglia di Gewur-
tztraminer.
Dipende… da che punto guardi il mondo tutto
dipende…
Così cantava qualche anno fa’ Harabe de Palo e
fu uno dei pochi tormentoni estivi che aveva il
suo perché.
Diceva una cosa vera, cristallina, semplice al
punto da essere imbarazzante, eppure così dif-
ficile da vivere: ogni situazione umana può ri-
velare potenzialità inaspettate e positive se non
mi “sclerotizzo” nel mio punto di vista, se col-
tivo la certezza che la vita ha più energia e più
fantasia di me e provo ad entrare in questa logi-
ca più “alta”.
E, se avrò il coraggio di uscire dai miei schemi,
la vita saprà inondarmi delle sue meraviglie.
Penso sia questo il fil rouge di un film capola-
voro degli anni ’90: Le ali della libertà (con
Tim Robbins e Morgan Freeman). Narra la vi-
cenda di un giovane bancario (Andy Dufresne)
accusato ingiustamente dell’omicidio della mo-
glie e del suo amante e che si trova catapultato
nella dura realtà carceraria. La sua è appunto
una situazione limite, in cui la possibilità di
dare luce e colore alla vita sembra impossibile.
La vita in prigione è grigia, senza prospettive.
Ognuno è rinchiuso nel proprio ruolo e si
“istituzionalizza” in esso.
SCRITTORI LIBERI
LE ALI DELLA LIBERTA’