Pagina 10 - Il Tassello

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L’amore opera
S
ediamo ogni giorno alla stessa scrivania: condividiamo gli ar-
redi, il capoufficio e le stagioni che si affacciano dalla fine-
stra alle nostre spalle. Ci incontriamo la mattina presto e
ci salutiamo il tardo pomeriggio, così per settimane, per mesi,
da anni. Conosciamo a memoria i nostri indirizzi, i compo-
nenti delle nostre famiglie, il numero di cellulare, i piatti
preferiti e le intolleranze. Non sappiamo nulla, invece, delle
nostre sofferenze. È delicato, spesso inopportuno, parlare di
noi. Potrebbe capitare di doversi raccontare, magari partendo
da molto lontano. Dovremmo esporci sbarazzandoci dei con-
sueti ripari, come le barche la sera, tirate a riva. Accadrebbero
certamente delle sorprese, non è escluso che scivoli qualche lacrima e,
f o r s e ,
non siamo preparati a stupirci, a sopportare le pause e il freddo per le nostre nudità. Eppure,
sotto lo sguardo, gli occhi sono allineati con altri occhi, le mani sanno come tendersi, aprirsi,
stringere. Anche senza parole, un abbraccio che cinge, una presenza che non ha fretta, un respi-
ro che si sovrappone ad un altro nell’identico ritmo, creano calore e danno consolazione.
Marisa
Consoliamoci gli uni gli altri come Lui ci consola
Scrittori Liberi
B
ella domanda!! Anche più di 2.000 anni fa, echeggiava nell’aria questa domanda...e non
posta da una persona qualunque, ma da un amico di Gesù: Pietro.
Vale a dire che, perdonare, non è mai stata una cosa così facile e immediata per nes-
suno. Quando parliamo di perdono non si intende un atteggiamento ovvio e naturale, che basta
decidere di fare: anche l’amico Pietro, facendo questa domanda, che ci facciamo anche noi, sem-
bra che voglia mettere un limite oltre il quale è legittimo vendicarsi. Sovente capita, purtroppo,
di non sopportare più una determinata situazione e si creano incomprensioni che degenerano.
Trattamenti ingiusti o che ci appaiono ingiusti, circostanze realmente gravi, lealtà mancate e
molte altre cose che forse non riesco ad immaginare nemmeno. Ma la risposta di Gesù a Pietro,
non lascia dubbi, ma sconvolge un po’ il nostro modo di essere: bisogna saper perdonare sempre,
“Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.”
(Mt 18, 22)
Una richiesta altissima! Senza limite. Se però pensassimo a cosa abbiamo ricevuto, questa
richiesta avrebbe un peso diverso: Gesù si è donato sulla croce per noi e il valore di questo dono
è praticamente impossibile da quantificare. Ma, facciamo davvero tanta fatica a cancellare com-
pletamente il risentimento a l’amarezza nei confronti di qualcuno, anche se abbiamo l’esempio
di Dio che perdona, dimentica e cancella a differenza di noi che forse perdoniamo ma non di-
mentichiamo. Ricordo una frase sentita tanto tempo fa, che spero riusciremo a fare più nostra,
che diceva così: Perdonare, chiedere perdono, sentirsi perdonati: l’unica via per la pace.
Antonella
Quante volte dovrò perdonare?