PARROCCHIA
S. MARIA REGINA
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Anno 2002
Numero 3 - Dicembre 2001

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Nello scorso numero del Tassello si ?parlato di Alfredo, Susanna e Giorgio, una famigliola al cui interno era mancata una "intimit?profonda" che consisteva nel mettere Dio nella tra i coniugi. Per vergogna o per altro la fede pu?restare fuori da una famiglia. E? arrivata una lettera per Susanna, la mamma.

Cara Susanna,

che tenerezza leggere la tua storia ed arrivare al punto di conoscerne il finale... Io e mio marito ci amiamo molto, in un modo un po? speciale, che non si accontenta mai di quello che ?sottinteso, che si rinnova e cresce e si espande; ?un amore di quelli nati da giovani, quando l?oratorio era il nostro mondo e la nostra certezza; un amore carico di gioia e di passione: per noi, per la vita e per gli altri.

Ci siamo sentiti al riparo dalle crisi per tanti anni, perch?potevamo contare sulla forza che ci veniva da fuori e sull?esempio di chi ci aveva preceduto sulla medesima strada, perch?avevamo il tempo e la voglia di parlare per ore ed ore. Ci siamo sentiti spesso dire che la nostra forza era la condivisione della fede, ma solamente ora mi rendo conto quanto sia difficile viverla in famiglia!!

Adesso che siamo sposati da qualche anno e che abbiamo due figli, l?entusiasmo giovanile si ?ridimensionato e ci sentiamo spesso disarmati nell?affrontare la vita di sempre con spirito diverso: spirito cristiano. Vorremmo fosse pi?semplice testimoniare il nostro credo, come lo era negli anni del fidanzamento. Allora s? che eravamo sempre pronti ad uscire di casa, per partecipare alla vita comunitaria e agli incontri di fede. Adesso, abbiamo un lavoro che ci impegna molto, due bambini piccoli che ci vedono poco e che non possono fare a meno di noi, e poi abbiamo la nostra storia da coltivare, se Dio vuole!

Si fa fatica a parlare di Ges? anche in questo periodo di Natale. Si fa fatica a fermarsi due minuti per Lui, nel tran - tran di ogni giorno.

A volte, ci sentiamo inadeguati davanti alle immagini dei telegiornali: guerre, violenze, bambini maltrattati e abbandonati...queste cose scuriscono il volto dei nostri figli, per quanto fortunati possano essere o per quanto l?ingenuit?dei loro anni li conservi in un mondo felice. Anche loro cominciano a domandarsi: "Perch?".

Ci sentiamo divisi, quando dobbiamo fare i conti con il nervosismo e la stanchezza delle giornate storte. E discutiamo e ci scontriamo sull?educazione dei bimbi, sulla sincerit?degli amici, sulla gestione del tempo libero (!!!), sul nostro modo di amarci. Non ci capiamo, ci arrabbiamo, discutiamo...per scoprire che le parole spesso confondono.

Ho imparato a tacere e a osservare mio marito nei gesti di tutti i giorni e lo scopro come quello di sempre, con qualche anno in pi? ma tanta voglia di continuare a scoprire la bellezza e la profondit?della vita. C??un filo che ci lega e accompagna il nostro andare; qualcosa che ci sprona a sorridere alla gente, a chiedere "Come stai?", a fermarci prima di dormire, con i bimbi assonnati, a pregare che il nostro cuore venga custodito dagli Angeli e che la Madonna ci tenga nel Suo grembo.

Sono le cose di sempre, di un tempo che passa per tutti. E? solamente l?che trovi il Signore. Io sto imparando a non cercare i gesti grandiosi o i segni importanti, perch?la vita stessa ?un segno, per quanto sia difficile viverla con spirito attento.

Avrei tante cose da raccontarti, adesso che so di non essere sola in questa avventura di madre e moglie cristiana. Ti scriver?ancora: tu non perdere la speranza e non accontentarti della vita di sempre, se puoi contare sul Signore.

Francesca

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