PARROCCHIA
S. MARIA REGINA
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Anno 2002
Numero 2 - Ottobre 2001

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W LA GUERRA

L?11 settembre ha segnato la coscienza di ognuno di noi: abbiamo visto da vicino (in diretta TV) cosa pu?produrre la follia degli uomini.

Da questa data ad oggi la TV ci ha vomitato addosso tutto quanto poteva di truce, di sensazionale e di sconvolgente.

"La spettacolarizzazione ?certo la deriva pi?facile e pi?pericolosa per i media. E' una logica che impone di raccontare ogni cosa restando solo alla superficie, con procedure di semplificazione della complessit?e con la ricerca di tutto ci?che pu?far colpo".

Perfino gli attentatori alle Torri Gemelle hanno calcolato i tempi televisivi per dare risalto ai loro attacchi.

La TV non chiedeva altro e si ?avventata come uno sciacallo sulle notizie di guerra.

"Ogni giorno la redazione di un quotidiano si trova di fronte a un'enorme quantit?di dati, di eventi. Quali scegliere, quali evidenziare, quali "censurare" o mettere ai margini? Questa scelta ?gi?gravida di significato, comporta una presa di posizione su ci?che ?ritenuto importante. La scelta poi ?guidata dalla cosiddetta "notiziabilit?quot; o "vendibilit?quot; (ci?per cui un avvenimento pu?diventare una notizia capace di attirare l'attenzione del pubblico e di far vendere il giornale). Tale criterio tende a produrre una selezione negativa delle informazioni e delle notizie. La preferenza va alla notizia shocking disturbante, generalmente di segno negativo. "La nera vende pi?della bianca" ?la regola di ogni redattore di cronaca, ma vale per tutti i media ".

Ci siamo ritrovati cos?immersi in un?infinit? di commenti, di impressioni a caldo, di esperti in terrorismo, di esperti in guerra, di politici che discettano sulla "superiorit?dell?occidente".

Tutti in coda davanti al salotto buono di Vespa, Santoro, Costanzo intenti a speculare sulla morte di migliaia di persone.

Ognuno dice la propria idea come se fosse la cosa pi?intelligente al mondo, ognuno ?preso dal proprio fondamentalismo: io ho ragione e tu hai torto.

Come sempre, per alcuni, le disgrazie sono un grande affare: passano da un programma all?altro collezionando gettoni di presenza; ultimamente stanno emergendo anche gli astrologi, d?altronde devono "guadagnarsi la pagnotta" anche loro.

Dopo aver scritto queste righe, ma quelle pi? cattive sono finite sotto il tasto CANC, mi sono accorto di essere finito anch?io nella spirale della violenza, con la voglia di "buttare gi?le torri" di questa nostra televisione italiana.

Che senso pu?avere tutto questo? (mi sono chiesto) E? possibile non rispondere violenza a violenza?

Ed ecco il Cardinale Martini:

"C'?un'eccedenza del Mistero divino, che non va mai dimenticata, e che deve rendere perennemente vigilanti e attenti a quanto trascende ci?che la "notizia" comunica. Il lembo resta cio?un pezzo del mantello, e il mantello rimanda alla Persona che lo indossa e che potrebbe dismettere il mantello quando non volesse servirsene pi? I mass media sono mezzi e non fini, realt?strumentali, penultime e non ultime, che potrebbero nascondere e ostacolare la via del vero, ma, quand'anche fossero a essa aperti, non la esaurirebbero del tutto."

La TV ?solo un mezzo, un intermediario, sta a noi riflettere ed approfondire i messaggi che ci arrivano.

Alla luce di questi momenti di odio e di violenza, credo che non si possa lasciare alla TV lo spazio per riflettere sulle cose importanti della nostra vita: "Che valore ha la vita umana per me?" "Che cosa penso dell?altro, dello sconosciuto, dello straniero?".

E? un compito tutto nostro.

Andrea

N.B. Nell?articolo, ho inserito tre citazioni della lettera pastorale "Il lembo del mantello" del Cardinale C.M. Martini, che ho scaricato dal sito www.diocesi.milano.it e sono sicuramente le cose pi?sensate scritte in questo ?Telecomando?.

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